Possiamo dire che lo Shiatsu è al centro di un paradigma che può sconcertare i neofiti così come i nostri riceventi: medicina cinese e pratica giapponese formano insieme questa terapia manuale. Ma ecco che, con i termini cinesi molto comunemente utilizzati per designare i meridiani o i punti, nel mondo occidentale si tende a dimenticare che lo Shiatsu è di origine giapponese. È quindi bene imparare o almeno prendere dimestichezza con i termini giapponesi per designare le azioni o i concetti nella nostra arte così come assorbire maggiormente questo “sapore giapponese” di cui tutte le particolarità sono tutte da scoprire. Perciò due amanti della lingua giapponese hanno deciso di unire le loro conoscenze per offrirvi un piccolo glossario non esaustivo che vi permetterà di comprendere meglio il mondo dell’Estremo Oriente, i maestri giapponesi e di utilizzare il vocabolario appropriato per comunicare con loro.
Peculiarità dei sinogrammi e della lingua giapponese
Dobbiamo tenere presente questo fatto importante: i sinogrammi (cioè i caratteri cinesi) hanno tutti diversi modi di essere letti a seconda del contesto, il che consentirà loro di evolversi in una gamma di significati diversi. La lingua giapponese ha infatti molti meno fonemi (suoni diversi) rispetto al francese (22 contro 37). Pertanto, troveremo molti più omofoni in lingua giapponese. Il grafismo dei caratteri serve quindi a distinguere il significato dei suoni, poiché non possiamo fare affidamento solo al suono. Vedremo che un buon esempio di ciò è il suono SHIN che può significare “nuovo”, “cuore”, “dio”, “giusto”, ecc… I sinogrammi incarnano il pensiero dell’I Ching, mutano e si trasformano : cambiando i suoni cambiano il loro uso e significato.
Teniamo presente anche la complementarietà delle coppie Yin/Yang. Troveremo un gran numero di termini antagonisti (come Jitsu e Kyō, pieno e vuoto), quest’ultimo non si oppone in alcun modo ma indica una realtà antagonista a quella del suo prossimo. Allo stesso modo in cui Yin/Yang non si oppongono ma si completano a vicenda, la lingua giapponese è composta da un gran numero di questi termini che vanno in coppie antagoniste.
Qualche parola sulla classificazione dei termini.
Shin – Gi – Tai 「心 – 技 – 体」 & Shu – Ha – Ri 「守 – 破 – 離」
Questo glossario non ha l’ambizione di essere enciclopedico. È stato prodotto con un obiettivo didattico e di apprendimento pratico. Ci sono molti modi per presentare un elenco come questo. Le diverse strutture e categorie fornite dalle tradizioni mediche e marziali dell’Estremo Oriente meritano una breve presentazione in quanto serviranno da guida per il lettore che desidera immergersi ulteriormente in questo universo di pratiche olistiche. Infatti, poiché queste discipline impegnano il nostro essere nella sua interezza, troveremo categorie legate a tecniche, posture, atteggiamenti interiori nonché principi del pensiero filosofico o medico. Questa è ad esempio la tripartizione che i praticanti di arti marziali conoscono bene: Shin「心」 – Gi 「技」- Tai 「体」: cuore-mente (shin), tecnica (gi) e corpo (tai). In questo caso si tratta di un rapporto di complementarietà, questi tre aspetti vengono a sostenersi a vicenda per formare un’unità equilibrata. Ritroviamo questa realtà in varie figure simboliche, la più nota delle quali in Europa è il triskel celtico. Il lettore troverà ,sopra, un equivalente giapponese, il mittsu domoe. Oltre ad evocare la nozione di sostegno e complementarità, questa immagine ci ricorda che la progressione nell’apprendimento e nella pratica è ciclica. Ogni fase ne segue un’altra come un cerchio, spirali o anelli che si generano a vicenda. Su questi cerchi (come nell’immagine sopra) ci sono sempre tre punti che rappresentano tre fasi del ciclo: ascendente, discendente e ascendente. Questo è un punto su cui bisogna insistere nei paesi di cultura occidentale da cui nasce l’idea di progresso, questa idea che viene rappresentata come una retta ascendente.
In tutte le arti tradizionali asiatiche viene enfatizzata l’alternanza tra diverse fasi di apprendimento. In Giappone questo si riferisce alle tre fasi chiamate Shu, Ha e Ri. Il lettore potrà trovare libri o articoli di qualità su questo argomento, ve li presentiamo qui brevemente citando Tamura sensei, maestro di Aikido:
“Semplificando possiamo dire che Shu corrisponde all’integrazione, è un periodo in cui l’allievo lavora a totale imitazione del suo maestro. Ha è il periodo “distruttivo”. Lo studente lavora in direzioni talvolta opposte a quella del suo maestro e fa quante più esperienze possibili per appropriarsi di quanto ricevuto nella fase precedente. Infine, l’ultima tappa, Ri, è la vera espressione dell’arte che lo studente, che a sua volta è diventato maestro, ha sviluppato. È al di là della dualità e non cerca né di imitare né di differenziarsi. È diventata la sua arte e l’arte si esprime spontaneamente attraverso di lui”.
Aggiungiamo qui che il carattere di Shu 「守」 significa “proteggere”, “difendere” (mamoru). Ha「破」 significa “lacerare”, “distruggere” (yaburu). Quanto a Ri「離」, l’ideogramma rappresenta la “separazione” tra due elementi (hanareru): affettare per liberare un nuovo spazio libero dai vecchi legami, come ci racconta Tamura sensei, al di là della dualità delle fasi precedenti.
Per l’organizzazione di questo glossario, abbiamo scelto un approccio tematico e alfabetico per consentire il più ampio accesso possibile a tutti, qualunque sia il loro stadio di pratica o di apprendimento.
Quindi abbiamo 9 categorie:
- Il corpo
- le posture
- Nomi delle tecniche
- Termini comuni
- Filosofia/Principi
- Teorie
- Diagnosi orientale
- Le fasi di una trattamento
- Attrezzatura
1- Il corpo
- Amate gata (甘手形): 甘い (amai): aggettivo che significa “dolce, zuccherato”, 手 (te): mano e 形 (gata/kata): forma (la forma, l’aspetto di qualcosa). Illuminato. “Forma della mano morbida”. Posizione “morbida” del pollice con la polpa dell’ultima falange a contatto con la pelle. Letteralmente amate significa “dolce, zuccherato” che potrebbe essere inteso come “amabile”. Il kanji 形 qui è pronunciato gata, ma è noto come kata, la forma. È la stessa parola per designare la sequenza nelle arti marziali.
- Hara (腹): pancia, addome, in senso fisiologico, energetico e simbolico. Per i giapponesi è la sede della personalità individuale.
- Ketsu (血): il sangue fisiologico ma anche il Sangue della medicina orientale che è una delle più importanti forme di energia. Ci sono molti squilibri del sangue, come la stasi del sangue nel fegato.
- Kokoro / Shin (心): il cuore come entità spirituale, sede delle emozioni e dello Spirito (Shen). Nota che in giapponese i termini spirito「神」 e cuore「心」 sono omonimi, possono essere entrambi pronunciati shin. Questa somiglianza è ancora più sorprendente se guardiamo al nome del punto Yuan del Cuore (C7): shinmon 「神門」 che può benissimo significare (al suono): la porta dello Spirito, come la porta del Cuore. L’organo del cuore è chiamato shin zô 「心臓」, essendo lo zô l’equivalente degli zang cinesi, gli organi che si distinguono dai visceri, il cui carattere designa un attico che immagazzina sostanze preziose.
- Koshi (腰): fianchi.
- Nigate gata (苦手形): posizione del pollice “duro” o “mano amara”, appuntito. L’ultima falange è allineata con le altre durante la pressione. Letteralmente “non corretto, consumato, stracciato…”. Si oppone ad Amate gata.
- Spirito (心 – 神 – 精神): ci sono diversi termini che possono coprire ciò che viene chiamato Spirito.
- Kokoro essendo il cuore [心], designa l’aspetto emotivo e umano, lo spirito in ognuno di noi.
- Shin [神] è lo spirito spirituale e trascendente, corrisponde allo spirito in noi che ci rende unici e che può connettersi con il Cielo e la Terra.
- Infine, Seishin [精神] è una coppia che designa l’essenza [精] con lo Shin. Questo è un termine più recente, creato per descrivere tutti i mali dello Spirito quando nacque la psichiatria (seishinka). Possiamo dire che seishin designa l’asse Rene-Cuore senza la sua condizione o le sue menomazioni.
- Seika tanden (臍下丹田): centro energetico dell’hara, situato due o tre dita sotto l’ombelico.
- Zōfu (臓腑): “Gli organi e le viscere”. in chinese, zang-fu. Gli organi (zō) immagazzinano, si trovano in profondità e sono quindi associati allo Yin. Le viscere (fu) sono luoghi di passaggio, si trasformano o si muovono, sono associate allo Yang. Diviso per movimento abbiamo quindi:
- Polmone: hai (肺)
- Intestino crasso: dai chō (大腸)
- Stomaco: i (胃)
- Milza: Hi (脾)
- Cuore: shin (心)
- Intestino tenue: shō chō (小腸)
- Ministro del Cuore: Shinmaku (心膜)
- Triplice riscaldatore: sanshou (三焦)
- Vescica: bō kō (膀胱)
- Reni: jin (腎)
- Cistifellea: Tan (胆)
- Fegato: kan (肝)
Nota: per parlare dell’organo, aggiungeremo il suffisso – zō (臓), per designare il meridiano associato sceglieremo di aggiungere -kei (経). Esempio: hai zō (肺臓) si riferisce ai polmoni come un organo fisico mentre hai kei (肺経) si riferisce al percorso o ai punti del meridiano del polmone.
- Strumenti degli Shiatsushi: mani, piedi, gomiti, ginocchia.
- mani: te 「手」
- piedi: ashi 「足」
- gomito: hiji 「肘」
- ginocchia: hiza「膝」
2- Posture
- Chōki (長跪): posizione eretta sulle ginocchia. Termine equivalente: ryōhiza tachi (両膝立ち)
- Hanza (半座): posizione in affondo o detta del cavaliere in servizio. Termine equivalente: katahiza tachi (片膝立ち) o “ginocchio in piedi”.
- Kiza (跪座): posizione seduta come seiza, ma le dita dei piedi sollevate in appoggio al suolo.
- Seiza (正座): posizione seduta con le gambe piegate sotto i glutei, la parte posteriore del piede contro terra. Seiza significa letteralmente: “il posto giusto”.
- Shisei (姿勢): shisei si riferisce alla postura nel senso tecnico del termine. La postura in cui metteremo il paziente (sulla schiena, sul fianco o sullo stomaco) per esempio. Per estensione, termine che determina la forza nella forma tecnica e nell’atteggiamento morale, la sua postura interiore. Avere un buon shisei è della massima importanza per i giapponesi.
- Tate hiza (立膝): posizione con una gamba piegata sotto i glutei e una gamba in avanti.
- Le quattro posizioni del ricevente:
- sul ventre: ue muki, letteralmente rivolto verso l’alto. 「上向き」
- sul retro: shita muki, letteralmente rivolto verso il basso”. 「下向き」
- sul lato: yoko muki, letteralmente verso il lato . 「横向き」
- seduto (a gambe incrociate): agura 「胡坐」
3- Nomi delle tecniche
- Hōhō (方法): si traduce in metodo o tecnica. Il carattere [方] significa “direzione” e [法] di per sé significa “legge”, che dà una dimensione interessante a questi due ideogrammi. La legge o la regola data in una certa direzione crea il metodo o la tecnica. Shiatsu hō significa “metodo Shiatsu”. Troviamo questo stesso significato nell’espressione cinese kāi fāng 「開方」, che sebbene significhi “dare una prescrizione (di farmacopea)”, questa espressione si traduce letteralmente come “aprire una direzione”.
- Anma (按摩): lett. “calmare con le mani”. Antico massaggio giapponese composto da due rami: il ramo Kôhô Anma della medicina Kanpo, e l’Anma del benessere praticato dai ciechi.
- Anpuku (按腹): tecniche di massaggio del ventre nel Koho Anma, ripresa dallo Shiatsu.
- Chinkon Kisshin (鎮魂帰神): (Yojikugo) Tecnica meditativa e respiratoria. Lett: “per placare gli Hun (e riportare) lo Shen”. Questa espressione si riferisce ai concetti di Hun e Shen nel pensiero cinese, che si trovano nella medicina dello stesso paese. Lo Shen deve “tornare a casa sua” allo stesso modo in cui si torna a casa per dormire, lo spirito deve essere presente nel corpo per irradiare l’esistenza (Shen Ming). Gli Hun essendo legati alla proiezione, all’immaginazione e alla creazione, tendono ad esteriorizzarsi eccessivamente. Calmarli, come faresti con un cavallo vivace, è un modo sicuro per impedirlo. Facendo appello agli Hun e Shen, possiamo dire che questa espressione si riferisce anche ai movimenti di legno and Fuoco, che sono focalizzati sull’espansione e sulla crescita. È un’espressione che ci indica come difendersi dai loro potenziali eccessi.
- Dō in (導引): lett. “guidare e tirare (a se stessi)”. Si riferisce a tutte le pratiche di automassaggio, volte a far circolare l’energia in tutto il corpo attraverso il movimento, lo stretching e la respirazione. Guidiamo e attiriamo energia a noi stessi, attraverso movimenti specifici.
- nmyōdō 陰陽道: lett. “La via dello Yin e dello Yang”. Termine specifico e antico che designa in Giappone le pratiche derivanti dalla tradizione taoista, quando giunsero dal continente asiatico nel VII secolo della nostra era, come il Feng Shui, le pratiche divinatorie dello Yi Ching, o altre forme di “alchemia taoista “. I “praticanti della Via dello Yin e dello Yang”, gli Onmyō-shi, erano conosciuti, rispettati e temuti per il loro potere di trasformazione, guarigione o divinazione. Sono stati trovati nei circoli aristocratici della corte imperiale perché i loro servizi erano richiesti. Onmyōdō è una raccolta di pratiche basate sulla cosmologia cinese, più che una raccolta di insegnamenti o una dottrina. Il più famoso Onmyōshi è Abe no Seimei (921-1005); dopo la sua morte fu costruito un tempio sul luogo della sua residenza (a Kyoto) che esiste ancora oggi.
- Kanpo (漢方): medicina tradizionale giapponese, la cui traduzione significa “medicina cinese”. In Giappone, Kanpo si riferisce alla medicina come era praticata prima dell’introduzione di tecnologie e discipline riportate dagli occidentali, che consistevano in una lega di farmacopea, agopuntura, terapia manuale e altre terapie complementari. Si noti che la farmacopea era molto apprezzata durante questo periodo e costituiva gran parte della pratica medica. Oggigiorno si usa il termine Kanpo per designare la farmacopea o le teorie mediche ad essa correlate (ad esempio lo Shang Han Lung)
- Kenbiki (腱引き): lett. “tirare i tendini”. Movimento oscillante continuo del corpo. In inglese si parla di “rocking”, come “rocking chair, “sedia a dondolo”.
- Kikō (気功): traduzione giapponese del Qigong. Insieme di esercizi fisici e respiratori il cui obiettivo è rafforzare la circolazione energetica. I caratteri significano letteralmente “energia e lavoro delle forza”, quindi “lavoro sulla forza energetica”. Ci sono molte scuole di Kikō.
- Kotodama (言霊): koto (言): è la parola. Il sinogramma ci mostra una bocca 「口」 da cui esce qualcosa, le parole. Dama (霊): è l’abbreviazione di tamashii, che designa l’anima, l’entità spirituale all’interno di un individuo. Le traduzioni sono complicate, può anche significare “spirito” a seconda del contesto, ad esempio quando si parla di un fantasma, uno spirito che vaga per la Terra. Il kotodama è quindi una pratica spirituale shintoista che può essere paragonata alla recitazione di mantra nelle tradizioni della civiltà indiana.
- Kuatsu (クアツ): Tecniche di emergenza e di rianimazione, ampiamente utilizzate nel judo fino agli anni ’70-’80 e più in generale nel kobudo (antiche arti marziali) per rianimare un praticante. Queste tecniche possono essere applicate in Shiatsu in caso di emergenza.
- Makkōhō (真向法): attualmente conosciuto come una serie di stiramenti il cui scopo è quello di attivare e purificare i 12 meridiani principali e gli 8 meravigliosi vasi, in modo da facilitare il flusso del Ki. In realtà è molto di più. Vedi gli articoli dettagliati sul blog shinmon su questo argomento.
- Misogi (禊): intenso lavoro fisico e/o spirituale finalizzato alla purificazione. Pratica originaria dello Shintoismo che generalmente viene svolta con l’acqua (vedi immagine nota di monaci che recitano kotodama sotto cascate di acqua gelata)
- Mitori geiko (見取り稽古): lett., “prendere la pratica con gli occhi”. Per dire che nelle arti orientali bisogna imparare ad osservare piuttosto che ad ascoltare ed analizzare. Ciò significa che nella trasmissione orientale, l’osservazione attenta (che oggi chiameremmo “consapevolezza”) rappresenta il fondamento dell’apprendimento più della spiegazione dettagliata che separa e dettaglia, a scapito dell’unità dinamica. Pratica indispensabile per il primo stadio Shu di Shu – Ha -Ri.
- Mokusō – Meisō (黙想 – 瞑想): meditazione nel senso generale del termine, contemplazione, assorbimento meditativo.
- Reiki (霊気): Fondata nel 1920 da Mikao Usui, è una tecnica che utilizza l’energia spirituale (霊) (気) per guarire. È più il risultato del viaggio spirituale del praticante piuttosto che una vera tecnica di guarigione.
- Seiki (整 気): 整: sei, totonoeru, significa “aggiustare” o “aggiustare”, come riparare una bicicletta o regolare il volume o l’antenna della radio. Estensione dello Shiatsu creato da Akinobu Kishi, che potrebbe essere tradotto come “aggiustamento dell’energia” o “aggiustamento con l’ energia”.
- Shiatsu (指圧): lett., “premere con le dita”. Arte terapeutica giapponese mediante digitopressione.
- Taisō(体操): significa “ginnastica”, “esercizi fisici”. Questi sono gli esercizi che si fanno durante il riscaldamento Shiatsu, che possono essere molto numerosi.
- Zazen (座禅): lett. “zen seduto”. Corrente di meditazione che pratica la meditazione da seduti nella più grande indigenza possibile, senza istruzioni di respiro o atteggiamento mentale. Esistono diversi tipi di Zazen (sôtô, rinzai o shingon) che hanno ciascuno le proprie specificità.
4- Termini comuni
- Deshi (弟): lett., “fratellino”. Nell’educazione manuale tradizionale o nelle arti marziali, questo è lo studente. L’uchi deshi (内弟) è lo studente che sta con il suo maestro. Il soto deshi è lo studente che viene da fuori per la giornata. Non ha lo stesso grado di affiliazione. Pochissime scuole di Shiatsu offrono lo status di uchi deshi.
- Keiraku (経絡): meridiani, navi, canali, rami principali e secondari.
「経」kei, kyō, heru/tatsu.Questo carattere è molto importante nel pensiero dell’Estremo Oriente poiché designa i testi che si trasmettono di generazione in generazione, i testi canonici che formano il tessuto delle tradizioni. Quindi questo carattere sarà usato per designare i sutra; il libro (o meglio il canone) della Via e della Virtù è qualificato anche da questo ideogramma: Dō Toku Kyō「道徳経」. Che, in ambito medico, si ritrova nel nome del famoso “classico dell’imperatore Giallo”, meglio conosciuto con il suo nome cinese: Huang Di Nei Jing「黄帝内経」.
Nell’uomo, questo carattere designa i “meridiani” che costituiscono la struttura energetica del nostro corpo. Il termine meridiano è altamente discutibile poiché si riferisce a qualcosa di molto lineare che non trasmette la realtà del pensiero o della medicina cinese. Probabilmente è più corretto parlare di “canali” o “rami principali” e “rami secondari”, per mantenere un’analogia con il funzionamento di un albero che si ramifica in varie direzioni: profondità, superficie, area cutanea, tendino – percorso muscolare, profondo, ecco la realtà di un “meridiano”. Questo ci porta a considerare il secondo termine.
「絡」Raku, dall’espressione Kei-raku. Con raku siamo in una connessione orizzontale. Nella sua forma verbale karamu, assume il significato di “avvolgere”, “intrecciare”, allo stesso modo in cui una pianta rampicante si avvolge attorno ad un tronco consentendo collegamenti con i suoi vari rami. È per queste ragioni che il termine usato per designare i cosiddetti meridiani “secondari” o “distinti” è infatti 「絡], che si dice Luo in cinese. Esistono moltissimi “meridiani” che meglio si traducono con la parola “canali”: vasi meravigliosi, meridiani principali, meridiani di comunicazione, meridiani divergenti, meridiani tendino-muscolari.
- Happō(八方): le otto direzioni. Queste sono le 4 coppie di Yin/Yang del corpo che dobbiamo armonizzare nello Shiatsu.: alto/basso, destra/sinistra, fronte/retro, superficie/profondità.
- Irimi (入身): lett. “entrare nel corpo”. Movimento nelle arti marziali che consiste nell’entrare in linea retta per colpire l’avversario. Nello Shiatsu si riduce a una profonda pressione nella carne.
- Jūsha (受者): lett: “persona che riceve”, ricevente. Persona che riceve lo Shiatsu.
- Kata (型): sequenza di movimenti per uno scopo specifico. Nello Shiatsu diverse scuole di kata a scopo didattico. Attraverso la ripetizione, il kata permette di forgiare il corpo degli studenti, di migliorare i loro movimenti, i loro ritmi, la loro resistenza.
- Ki (気): termine che designa l’energia che circola in tutte le cose e collega tutte le cose. Il termine completo è Kiketsu (気血) o “energia-sangue”, perché i due sono inseparabili nella medicina orientale.
- Eiki (栄気): il Ki che nutre, conosciuto in cinese come “róng qi”. Il primo kanji ha il significato di “prospero”.
- Eki (衞気): il Ki protettivo, in cinese “wei qi”. Il primo kanji ha il significato di “guardiano”.
- Ryōhō (療法): lett. “terapia”. Il nome del libro del fondatore dello Shiatsu, Tenpeki Tamaï fu prima Shiatsu Ryōhō o “Finger Pressure Therapy”, nome usato nei titoli della maggior parte dei libri che seguirono negli anni ’40, ’50 e ’60. , Ricordatevi che lo Shiatsu è un’arte terapeutica ufficiale in Giappone.
- Sha hō (瀉法): metodo di dispersione. Tecnica che consiste nell’abbassare il livello di energia in un dato punto, generalmente in stato Jitsu. Esistono diverse tecniche per disperdere Ki.
- Shiatsushi (指圧師): lett. “esperto o maestro di Shiatsu”, questo è il titolo ufficialmente riconosciuto. Non diciamo shiatsuka (ma karateka o judoka) e ancor meno shiatsuki che non significa assolutamente nulla.
- Tanren (鍛錬): lett., “disciplina”. Questo termine è noto come la ripetizione incessante di esercizi per rafforzare il corpo e/o la mente. È più facilmente tradotto come “fucina”. Deriva dall’arte del fabbro dove sono necessarie molte ripetizioni per ottenere una lama lucida. Nello Shiatsu è il fatto di ripetere a lungo una tecnica o un kata.
- Tsubo 壺 (ツボ): punto di ‘affioramento dell’energia sul corpo o punto di pressione nel contesto dello Shiatsu. Si può parlare anche di “punti cutaneo”. Il termine tsubo originariamente designa un vaso, il cui carattere è piuttosto carino e figurativo「壺]. Per gli antichi cinesi, i punti sui percorsi dei meridiani erano considerati anfratti, grotte, affioramenti rocciosi che attraversavano il corpo, e all’interno dei quali l’energia scorre e può rimanere. Allo stesso modo nei fiumi si creano cavità con l’usura del tempo, creando così bacini naturali.
- Keiketsu (経穴): lett. “buchi meridiani”. Termine che designa specificamente i punti in cui il Ki affiora dentro o fuori i meridiani. Il carattere [穴] indica un’apertura (grotta o altro) coperta da un coperchio. Gli antichi cinesi vi aggiunsero una piccola linea per indicare l’influenza del Cielo su questa cavità corporea posta su un canale energetico.
- L’Essenza (精): in chinese: jing. in giap: sei. Si riferisce all’essenza come intesa nella teoria medica cinese. Etimologicamente, la parte sinistra dell’ ideogramma corrisponde alla chiave del cereale, la parte destra significa blu o verde. Questo carattere designa quindi un giovane germoglio e, per analogia, lo sperma che feconda. L’essenza che germoglia e si trasmette.
- Moxa (もぐさ): polvere di artemisia (artemisia vulgaris) a base di foglie essiccate utilizzate nella moxibustione per portare calore e causare movimento ai punti di agopuntura o ad alcune aree del corpo. Esistono molte tecniche di moxibustione. In Giappone, la pratica del moxa è chiamata O-kyū [灸].
- Dō/michi (道): lett. “via”, “percorso” che conduce il praticante attraverso la progressione e la scoperta simultanea della sua Arte oltre che di se stesso.
- Ryū(流): lett., “scorrere”, qualcosa che scorre. Si riferisce a una scuola, in cui la trasmissione passa da una generazione all’altra, dall’insegnante allo studente. Chiamato anche ryūha(流派)per designare un ramo di una scuola principale o di uno stile chiamato ryūgi(流儀).
5- Filosofia/Principi
- Banbutsu ryūten (万物流転): (Yojikugo) si traduce in “tutto è movimento”, che è l’abbreviazione della frase “tutte le cose sono in movimento attraverso il cerchio infinito di nascita, morte e rinascita”. Equivalente al nostro “Panta Rhei” dell’Antica Grecia. Ryūten 「流転」 è “flusso”, il flusso, che trasmette l’idea del ciclo. Banbutsu 「万物」 è un concetto fondamentale del pensiero cinese, è un’espressione taoista che significa i “10.000 esseri” o “10.000 manifestazioni”. Attenzione a non prendere alla lettera 10.000 esseri, in realtà è un’espressione simbolica che designa tutte le manifestazioni della Vita sotto cinque aspetti, ecco cosa rappresentano i cinque zeri: umani, animali, piante, vegetali e minerali. L’1 simboleggia l’unità della Vita così come lo Spirito (Shen神) che è presente attraverso queste diverse manifestazioni. Nel Tao Te Ching si dice che la Via, cioè il Tao, è la madre dei 10.000 esseri. L’espressione Banbutsu Ryūten designa quindi il flusso continuo della vita nelle sue diverse manifestazioni, che interagiscono tra loro. La vita è un movimento dinamico che si perpetua.
- Hibiki (響き): un termine molto importante nel vocabolario e nel pensiero medico dell’Estremo Oriente. Hibiki è la vibrazione, la stimolazione, la risonanza tra un’azione di un punto e una sensazione fisica che viene avvertita dal paziente. Il paziente può sentire il percorso del meridiano, come un percorso di scossa elettrica, formicolio, calore o intorpidimento… Hibiki può assumere un’ampia varietà di forme e può essere attivato volontariamente o meno dal medico. Parliamo di “ottenere hibiki”, come “otteniamo il Qi” (da qi in cinese) nella pratica dell’agopuntura. Una sensazione di hibiki è spesso il segno della giusta stimolazione da parte del praticante, spesso riguarda la profondità o la direzione.
- I (意): Intenzione, significato, scopo, ciò che mettiamo della nostra mente nelle nostre azioni. È interessante notare che la parte inferiore dell’ ideogramma contiene il cuore che è la casa dello spirito. Letteralmente l’ideogramma è composto da due elementi: la chiave del suono 「音」 e la chiave del cuore 「心」. Un’intenzione è quindi una vibrazione (un suono) guidata dal cuore. L’ “I” è molto usato per guidare l’energia attraverso il corpo del ricevente.
- I shin den shin (以心伝心): Litt: “(è) come trasmettere da un cuore all’altro”. Si riferisce a un tipo di trasmissione o interazione profonda tra due esseri che si trova nelle tradizioni spirituali, marziali e mediche dell’Estremo Oriente. Questa espressione è intimamente legata allo Zen poiché designa la nascita oltre che la caratteristica di questo insegnamento, che è al di là di ciò che gli esseri umani possono esprimere con le convenzioni del linguaggio (vedi la storia di Maha Kashyapa, il primo trasmettitore del lignaggio Zen). Un gran numero di pratiche si basano su questo principio, come il kōan.
- Katsugen Undō (活元運動): Katsu「活」significa qualcosa di vivo, energico. Gen「元」corrisponde all’origine e all’energia originaria. Undō「運動」è un movimento nel senso di esercizio fisico, per mettere in moto qualcosa. Katsugen Undō può quindi benissimo essere tradotto come “movimento ri-generativo”, perché mira attraverso una serie di movimenti automatici a ritrovare la propria originaria vitalità. Questo termine è stato reso popolare da Haruchika Noguchi sensei, fondatore di Seitai.
- Kokoro no tamba (心の田んぼ): lett: “l’enigma del cuore”. Espressione di un proverbio Zen: “Ci sono tre tipi di contadini. Il contadino mediocre, quando coltiva, non ottiene raccolto. Il contadino ordinario, invece, ottiene un raccolto sostanzioso. Quanto al buon contadino, ha una buona terra». Kokoro no tamba designa questo “campo del cuore” che il praticante è portato a coltivare non per i risultati ma per la sostenibilità.
- Ma aï (間合): lett. “spazio/intervallo di incontro”. È una distanza nello spazio come nel tempo. Questa nozione è essenziale per sapere quando agire, quando avvicinarsi al ricevente, quando ritirarsi. Lo studio del Ma aï è fondamentale nel rapporto professionale dello Shiatsushi.
- Kokyû (呼吸): lett., “espirare, inspirare”. Potenza del soffio, del respiro. L’esercizio Kokyu Tanden Ho consiste nell’armonizzare la respirazione tra 2 partner. Lo Shiatsushi può scegliere di farlo per aumentare l’effetto della sua pressione sul corpo, ma non è un requisito.
- Mushin(無心): lett. : “cuore vuoto”. Mu (無) è un concetto fondamentale nelle tradizioni buddhiste e taoiste. Attenzione: “vuoto” non significa “privo di tutto” o “nulla”, come si sente in Occidente. Il vuoto nelle tradizioni orientali designa la possibilità di ricezione e utilizzo. Questa espressione designa l’atteggiamento interiore del praticante. Vedi: Tao te Ching cap. 11, trad. Claude Larre:
” Trenta raggi convergono in un mozzo
grazie al suo vuoto abbiamo l’utilità del carro”
Da un pezzo di argilla formiamo un vaso.
Questo vuoto nel vaso ne consente l’uso
Organizziamo porte e finestre per una stanza.
Questo vuoto nella stanza ne consente l’uso
l’avere fa il vantaggio
E il non avere l’uso”
- Omote(表): lato apparente, superficiale ed esteriore di qualcosa. È il davanti o il dritto. Forma una coppia con Ura.
- Ura (裏): lato interno, nascosto e più profondo di un oggetto. è la parte posteriore o il contrario. Omote-Ura è una coppia molto importante nel pensiero giapponese, significa che ogni cosa esprime perennemente un duplice aspetto: un lato esposto e aperto (omote) insieme ad un lato nascosto nell’interiorità (ura), e quindi a priori meno accessibile.
- Sankaku sokuryō (三角測量): triangolazione. Questo è un principio essenziale dello Shiatsu che permette di mettere le mani/dita al centro dei fianchi, in modo da sviluppare un massimo di pressione con il minimo di forza. Centrando le mani rispetto alla linea centrale del corpo, formano un triangolo con le spalle, da cui il nome di questo principio.
- Zanshin (残心): lett., “lasciare andare lo spirito” o “lo spirito che rimane”. Il senso comune è “attenzione continua”. Termine che si trova nel Kendo (arti della spada) e nel Kyūdo (arte del tiro con l’arco). L’idea è che l’intenzione persista anche dopo che il gesto è stato innescato. Ad un arciere piacerà guidare la sua freccia con la sua intenzione (Yi) e guidarla nel suo viaggio con il suo cuore, allo stesso modo in cui l’ha guidata con le sue mani e la sua postura. Lo stesso vale per il Kendo, dove lo spirito rimane dove ha colpito. È un concetto molto applicabile al mondo dello Shiatsu, dove il cuore/attenzione segue e rimane sulle pressioni, con la forza dello Yi (l’intenzione), anche dopo aver lasciato il punto.
6- Teorie
- In-Yo (陰-陽): traduzione giapponese dei principi Yin/Yang cinesi.
Ten-jin-chi (天人地): Terra-Uomo-Cielo – Triade cosmologica del pensiero taoista. In Cielo lo Yang, in Terra lo Yin, per l’Uomo l’unione di Yin-Yang caratterizzata dall’energia del Sangue. La tripartizione Terra-Uomo-Cielo corrisponde ad una classificazione tradizionale in tre stadi: alto, che è più alto (上); al di sotto di ciò che è inferiore (下); al centro l’incontro dei due (中). Ci sono molte applicazioni di questo principio nello Shiatsu.
- Sanshō (三焦): I tre riscaldatori. Termine usato nella medicina cinese per designare i tre maggiori centri energetici del corpo. Corrispondono ad aree anatomiche del tronco che organizzano reciprocamente la produzione di energia. Il riscaldatore inferiore (geshō 下焦) corrisponde al basso addome, il riscaldatore centrale (chûshō 中焦) all’addome e il riscaldatore superiore (jôshô 上焦) al petto. Nelle tradizioni energetiche e spirituali dell’Estremo Oriente si parla dei tre tanden le cui posizioni sono leggermente diverse dai tre riscaldatori. Le loro posizioni corrispondono ai seguenti tsubo. Il tanden inferiore si trova a livello di VC3, il tanden centrale al centro del torace su VC17 e il tanden superiore a livello del 3° occhio.
- Shihō (四方): Le quattro direzioni. Nella tradizione orientale, queste direzioni sono invertite rispetto alle direzioni occidentali, perché gli uomini hanno sempre dovuto affrontare lo Yang, il grande sole, o il sud. Quindi il sud è rappresentato in alto, nord in basso , Est a sinistra e Ovest a destra..
- Shiki (四季): Le quattro stagioni. Successione delle quattro stagioni che sono legate ai movimenti del fuoco (estate), dell’acqua (inverno), del legno (primavera), del metallo (autunno).
- Gogyō shisō (五行思想): i cinque movimenti (chinese: wuxing sixiang). La teoria dei Cinque movimenti, delle Cinque fasi, dei Cinque agenti o più impropriamente dei Cinque elementi, è un sistema di analogie basato su cinque tipi di fenomeni, di qualità osservabili in natura: Legno, Fuoco, Terra, Metallo e Acqua. Ogni movimento mantiene relazioni di natura diversa (generazione, controllo, aggressività, contro-dominazione) con gli altri movimenti.
- I 6 livelli: Sistema di sei coppie di meridiani. Un meridiano del piede è collegato a un meridiano della mano formando quelli che vengono chiamati i “grandi meridiani”. Questi strati circondano l’individuo, ognuno con un ruolo diverso dalla superficie alla profondità. Teoria estremamente importante nello Shang Han Lung (Trattato sugli attacchi di freddo, 3° secolo dC), che la sviluppa affrontando la progressione dei patogeni dall’esterno verso l’interno. Qui li presentiamo dal più Yang (superficiale) al più Yin (profondo).
- Tai Yo (太陽). “Big Yang” o “Yang voluminoso”. Include vescica (piede) e intestino tenue (mano).
- Yo Mei (陽明). “Yang brillante”. Include stomaco (piede) e intestino crasso (mano).
- Shō Yo (小陽). “Piccolo Yang”. Include la cistifellea (piede) e il meridiano dei tre riscaldatori
- Tai In (太陰). “Grande Yin” o “Yin voluminoso”. Include la Milza (piede) e il Polmone (mano).
- Ketsu In (厥陰). Lett. “Riflusso di Yin”. Difficile traduzione “calmo Yin”, “finale” o “critico”. Include fegato (piede) e ministro del cuore (mano)
- Shō in (小陰). “Piccolo Yin”. Include reni (piede) e cuore (mano).
- Shichi Shō (七傷): Le sette ferite. Si riferisce alle sette forze dello slancio vitale interno all’Uomo che possono danneggiarlo o mantenerlo in salute se ben dirette. Corrisponde sia ai fattori patogeni interni che al livello emotivo (cfr: naija 内邪). Le sette ferite sono:
- rabbia: ikari 怒り
- gioia: yorokobi 喜び
- tristezza: kanashimi 悲しみ
- oppressione/malinconia: yû 憂
- paura: osore 恐れ
- pensieri ossessivi/rimuginazione: omou 思う
- la sorpresa: odoroki 驚き
- Kikei hachi myaku (奇経八脈): “Gli 8 meravigliosi vasi”. Più spesso conosciuti con i loro nomi cinesi, il lettore può trovarli nella seguente tabella di corrispondenza:
Chinese | giaponese | italiano | Sinogrammi |
Du mai | Toku myaku | vaso governatore | 督脈 |
Ren mai | Nin myaku | vaso concezione | 任脈 |
Yang wei mai | Yō i myaku | vaso di collegamento dello yang | 陽維脈 |
Yin wei mai | In i myaku | vaso di collegamento dello yin | 陰維脈 |
Dai mai | Tai myaku | vaso Cintura | 帯脈 |
Chong mai | Shō myaku | Vaso d’incrocio o Vaso di attacco. | 衝脈 |
Yang qiao mai | Yo kyō myaku | vaso yang della caviglia | 陽蹻脈 |
Yin qiao mai | In kyō myaku | vaso yin della caviglia | 陰蹻脈 |
7- Diagnosi orientale
- la diagnosi, poiché si decide un trattamento dopo una fase di osservazione. Questo è un esame clinico completo che comprende le 4 fasi seguenti:
- Bōshin (望診): 望: bō, nozomu. Ha il senso della speranza o del desiderio lontano, esprime qualcosa che si vede da lontano e quindi legato allo sguardo.診 : shin, miru; è la visita medica. Troviamo questo carattere nelle quattro fasi della diagnosi. Qui, Bōshin corrisponde alla diagnosi visiva.
- Bunshin (聞診):聞: bun, kiku. Un orecchio tra due porte assume in questo ideogramma il significato di ascolto. Si riferisce alla diagnosi con l’ascolto nella diagnosi orientale.
- Monshin (問診): 問: mon, tou. Domandare. Corrisponde alla fase dell’anamnesi (porre domande) nella diagnosi orientale.
- Setsushin (切診): 切: kiru, setsuru. Mezzi per tagliare, separare, affettare. Separiamo i diversi strati di tessuto da palpare. Setsushin designa quindi la fase della palpazione nella diagnosi orientale.
- Jitsu (実): Jitsu, minoru, makoto. Questo termine ha molti significati in giapponese, nota che viene usato quotidianamente secondo i suoi diversi significati. Tutti puntano nella direzione di qualcosa di reale, tangibile, che è il risultato di qualcosa. Minoru designa quindi il frutto, ovvero il fatto di “portare un frutto”, poiché un frutto è il risultato di un esito, l’aspetto finale di un processo di concretizzazione. Troveremo questo ideogramma per designare qualcosa di vero: “la verità” si dice Shin Jitsu 「真実」. Questo termine è composto dai caratteri “giusto” e “reale”. In effetti, ciò che qualifichiamo come vero corrisponde spesso a ciò che è retto 「真」 (cioè conforme a ciò che esprimiamo) e che prende posto nella realtà fattuale「実」. Per tutti questi motivi, il cosiddetto stato di Pienezza è qualificato come Jitsu「実」 proprio perché è più reale e concreto, più manifesto e palpabile del suo antagonista Kyō, che designa lo stato di vuoto, che si nota dalla sua assenza . In ambito medico la pienezza è prominente, può essere caratterizzata da colori accesi, è molto sensibile agli stimoli, il dolore può essere molto intenso. Notiamo la Pienezza mentre il Vuoto può passare inosservato.
- Kyo (虚): stato di Vuoto in cui l’energia non scorre più attraverso i tessuti o i meridiani. Antagonista del termine jitsu.
- Fukushin (腹診): Diagnosi della pancia. Fuku [腹] è un’altra lettura di hara, che si riferisce all’addome, allo stomaco e al basso addome. È una delle forme di diagnosi tattile più sviluppate e ampiamente utilizzate in Giappone. Può essere fatto per contatto diretto con gli organi o per zone riflesse interposte.
- Haikoshin (背後診): Diagnosi della schiena (背後) con i punti Yū. Una delle forme essenziali di diagnosi orientale al tatto.
- Gai ja (外邪): fattori patogeni esterni. Indica l’origine di un fattore patogeno: Ja (邪), qui proveniente dall’esterno (外). I fattori patogeni esterni includono le sei esplosioni dell’ambiente (vento, freddo, caldo, secchezza, umidità e fuoco) nonché gli attacchi esterni, come epidemie, lesioni e incidenti.
- Nai ja (内邪): Fattori patogeni interni. Significa che la causa del patogeno è da ricercare nell’interiorità del sistema, si tratta di attacchi interni che vanno ricercati soprattutto nella gestione delle emozioni (vedi “le sette ferite”) il modo in cui si conduce la propria vita internamente così come nell’ alimentazione.
- Jaki (邪気): lett. “energia malvagia” o “energia patogena”. Molto importante nella pratica della medicina tradizionale giapponese. Il Jaki viene rilevato grazie alla sensazione di Hibiki e spesso provoca una sensazione sgradevole (calore, formicolio, elettricità, pesantezza ecc…). Ciò consente al medico di distinguere le aree sane dalle aree in cui permangono fattori patogeni e quindi di indirizzare il suo trattamento.
- Chiryō (治療): Trattamento. Periodo della sessione in cui il praticante agisce. La particolarità dello Shiatsu è che Shindan e parte di Chiryō vengono eseguiti simultaneamente.
8- Le fasi del trattamento
- De ai (出会い): Lett: “uscire (e) unirsi”. Si traduce come “incontro”. Si riferisce ad un incontro nel senso comune del termine, quando due individui lasciano le loro case per incontrarsi. In senso simbolico e in ambito medico può designare l’incontro tra l’essere del terapeuta e quello del paziente. È l'”alleanza terapeutica” su cui si basa la fiducia e che permette la guarigione. Senza un incontro, non c’è lavoro terapeutico.
- Ki musubi (氣結び): letteralmente “annodare, legare l’energia”. Il termine musubi è molto importante nella cultura e nel pensiero giapponese. Il musubi è veramente il “legame” che collega tutti gli esseri, di cui tutte le forme costituiscono la Vita. Può essere collegato al concetto di interdipendenza specifico del pensiero buddista, così come all’espressione del popolo Lakota: Mitakuye Oyasin, che può essere approssimativamente tradotto come “tutti gli esseri sono parenti”. In Giappone, i templi tessono un’enorme corda per simboleggiare questo concetto.
- Ki no nagare (気の流れ): letteralmente “flusso di energia”. Il termine nagare si riferisce al corso di un fiume, di un ruscello, di una corrente. È un termine molto comunemente usato nella cultura poetica e filosofica giapponese per designare il flusso continuo della Vita (cfr: l’espressione banbutsu ryûten). Uno dei passaggi più famosi della poesia giapponese contiene questa espressione come figura centrale. Così il poeta Kamo no Chōmei inizia la sua opera “Note dalla capanna del mio monaco” (Hôjôki):
“Lo stesso fiume scorre all’infinito, ma non è mai la stessa acqua. Qua e là, sulle superfici silenziose, macchie di schiuma compaiono, scompaiono, senza mai indugiare a lungo. È lo stesso con gli uomini quaggiù e le loro dimore.
- Ki awase (気合わせ): lett. “armonia di energie”, da intendersi come “armonizzazione delle energie” di due persone. Momento della pratica in cui il ricevente e il praticante diventano uno e sono collegati dal movimento del Ki. A volte si scoprirà che il praticante sarà in grado di raccontare cosa sta succedendo nel corpo o nella mente del ricevente grazie a questa unità tra i due Ki.
- Ki hazushi (気外し): lett. “separare dall’energia” o “rompere l’energia”. Questo può accadere quando il praticante decide di riprendere il controllo del proprio Ki o semplicemente di lasciare il contatto con il ricevente. Questo termine è usato anche quando c’è un cambiamento improvviso nel ritmo energetico. In giapponese Hazushi significa anche disimpegnare, disfare, staccare, rimuovere. Rappresenta il complementare opposto di Ki awase
9- L’attrezzatura
- Futon (布団): materasso in cotone che si stende a terra per dormire o su cui si fanno i massaggi
- Samue (作務衣): abbigliamento da lavoro, tradizionalmente indossato da tutti i lavoratori poveri e dai monaci. Oggi abiti da lavoro per molte discipline tra cui lo Shiatsu, generalmente blu scuro, bianco o marrone.
- Tatami (畳): pezzo rigido di paglia di riso intrecciata, generalmente di 1 m per 2 m, Era il pavimento delle tradizionali case giapponesi. È anche un’unità di misura equivalente a 2m². Diremo di una casa che misura 50 tatami (cioè 100 m²).
- Tenugui (手拭): una sciarpa tradizionale giapponese a forma rettangolare che viene utilizzata per tutto: tenere i capelli, asciugarsi il sudore, coprire il collo e coprire la testa o il viso del ricevente durante lo Shiatsu.
Autori: Ivan Bel & Julien Chabert
Traduttore: Nathalie Durand
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