Quei maestri di Aikido che hanno diffuso lo Shiatsu

16 Giu, 2020
Reading Time: 18 minutes

La storia dell’Aikido si confonde talvolta con quella dello Shiatsu, perché molti maestri giapponesi hanno trasmesso queste due conoscenze in tutto il mondo. Mentre venivano inviati in diversi continenti per diffondere l’Aikido, si rivelarono anche dei formidabili professori di Shiatsu. Rispetto all’articolo originale pubblicato su Dragon Magazine n°28, ho aggiunto due personalità che vivono in Giappone, affinché possiate avere una visione più completa dell’influenza di questi maestri sullo Shiatsu di oggi.


Storia

All’indomani della Seconda Guerra Mondiale, l’intero Giappone era afflitto da fame e miseria. Tuttavia l’arrivo degli anni ’50 fu una sorta di rinascimento che toccò tutti gli ambiti della società nipponica. Il Paese si ricostruiva e molte tecniche riemergevano dall’oblio della storia per rinnovarsi. È il caso dell’Aikido, che dovette reinventarsi tecnicamente sotto la forte influenza del secondo Doshu, adottando un messaggio di amore universale per distinguersi dalle arti marziali guerriere del periodo prebellico (bujutsu). È il caso anche dello Shiatsu, che completò la sua evoluzione a partire dalle sue origini nell’Anma, cercando di ottenere un riconoscimento ufficiale da parte delle autorità. L’Aikido che predica la non-violenza e lo Shiatsu che instaura la pace nel corpo e nello spirito, questi due approcci non potevano che incontrarsi.

È risputo che O Sensei fosse un grande estimatore del massaggio Anma, molto popolare ai tempi della sua giovinezza, e che chiedesse regolarmente ai suoi uchi-deshi di fargli un massaggio. Masamichi Noro fu senza dubbio il più sollecitato da O Sensei. Col tempo però, l’Anma cominciò a perdere d’importanza e lo Shiatsu prese poco a poco il suo posto come tecnica manuale terapeutica, fino a essere ufficialmente riconosciuto, nel 1964, dal Ministero della Salute. Una figura chiave di questo periodo è Tokujiro Namikoshi, una vera e propria star mediatica che fece conoscere lo Shiatsu alla popolazione giapponese. In seguito, ebbe addirittura un suo programma televisivo settimanale. Il primo incontro tra lo Shiatsu e l’Aikido avvenne tramite un francese: André Nocquet. Secondo allievo straniero a seguire i corsi all’Hombu Dojo nel 1955 (dopo l’italiano Salvatore Mergè nel 1942), André Nocquet frequentò dei corsi base allo Japan Shiatsu College di Tokio. Desideroso di fare incontrare tra loro quelli che considerava dei giganti, ciascuno nella rispettiva disciplina, organizzò un incontro tra Ueshiba e Namikoshi.

Foto da Budo Japan: articolo di Guillaume Erard (C) su un’appassionante biografia di André Nocquet (al centro). A destra Tokujiro Namikoshi. A sinistra di Nocquet, O Sensei Morihei Ueshiba. All’estrema sinistra, sconosciuto.

Ueshiba era innanzitutto semplicemente curioso, ma aperto di spirito verso tutto quello che riguardava la salute manuale, poiché soffriva da tempo di disordini intestinali. La storia non ci dice se abbia poi consultato Namikoshi. A partire da quel momento, parecchi uchi-deshi cominciano a studiare lo Shiatsu. Più tardi, quando partirono per diffondere l’Aikido attraverso il mondo, divennero anche dei grandi divulgatori dello Shiatsu. Ed eccone la prova attraverso cinque figure che hanno segnato la storia dell’Aikido.

A livello internazionale

Mutsuro Nakazono

Nato nel 1918, Mutsuro Nakazono fu uno dei maestri che influenzarono l’Aikido francese. Nakazono proveniva da una famiglia in cui le arti marziali furono sempre state affiancate alle arti curative. Nipote di un campione di sumo, cominciò il Kendo a 6 anni, il Judo a dodici ed infine il Karate a diciannove anni. Ma il suo percorso di studi nell’ambito della salute fu altrettanto esemplare. Fin da piccolo, fu iniziato da sua madre alle prime cure alle partorienti, essendo lei una levatrice. Più particolarmente, imparò a far ruotare i bambini che si presentavano in posizione podalica, semplicemente con l’uso delle mani. A vent’anni ottenne un diploma di specialista in osteopatia, in seguito intraprese lo studio della medicina Kanpo. A 24 anni, nel 1942, incontrò Shioda sensei mentre era già shihan di Judo (4º dan) e s’interessò all’Aikido. Negli anni 50, diventò esperto in macrobiotica a fianco del suo fondatore “Georges Oshawa” (vero nome: Nyoichi Sakurazawa). Quando arrivò in Francia nel 1961, possedeva anche un titolo di Shiatsushi (praticante Shiatsu). Nel 1964 in Francia risiedevano tre maestri giapponesi: Masamichi Noro, Nobuyoshi Tamura, appena arrivato, e lui. Insieme organizzarono numerosi stage. Tuttavia le arti della salute erano parte integrante della vita di Nakazono Sensei, e insegnò Shiatsu a Parigi. Tra i suoi allievi più importanti in questo campo si annoverano Philippe Ronce, Jean-Claude Tavernier, Pierre Molinari, Michel Odoul e Christine Anrioud.

Michel Odoul, che oggi è una celebrità con non meno di 20 opere sul tema della salute, fu profondamente segnato dall’incontro con questo maestro dalla severità inflessibile. “È stato anche un Maestro di Shiatsu e di agopuntura, professore universitario in medicina tradizionale giapponese, di cui conosceva a memoria tutte le fonti. Avevo 25 anni quando l’ho incontrato. Era un samurai, lo si vede chiaramente nei suoi scritti. Se oggi li leggessimo alla lettera, potremmo pensare: “ma chi è questo pazzo?!”. Era rigoroso, secondo il codice dei samurai, quindi qualcuno di difficile da seguire. D’altronde, una buona parte dei suoi assistenti non è riuscita a completare l’apprendistato. Vi faccio un esempio: per Nakazono sensei era impensabile arrivare 5 minuti prima di una seduta di Shiatsu. La sua giornata era qualcosa da preparare con cura, perché la prima disciplina si impone al praticante stesso. Quindi bisognava arrivare presto, preparare il corpo, pulire il luogo, meditare, ecc. Per lui la postura del praticante non era un privilegio, ma un dovere, un obbligo di comportamento corretto, con in sottofondo tutto il codice del Bushido. La seconda particolarità di Nakazono era che, a partire da un certo livello, smetteva di spiegare. Se si voleva saperne di più, bisognava andare a cercare, lavorare, osservare, impegnarsi ancora di più”. Troviamo qui lo spirito giapponese, che implica che bisogna “rubare la tecnica con gli occhi” piuttosto che cercare sempre di capire e spiegare tutto in ogni dettaglio. 

Reishin Kawai

Questa storia inizia in modo simile a quella del fondatore, Morihei Ueshiba. Nato nel 1991, il giovane Reishin Kawai era di costituzione fragile. Per rafforzarsi, iniziò molto presto a fare arti marziali, in particolare Sumo e Kenjutsu. Durante l’adolescenza, soffriva di infiammazioni croniche al ginocchio destro, e le cure mediche si rivelarono impotenti ad alleviargli il dolore. Si rivolse quindi allo Shiatsu, all’agopuntura e ad un regime alimentare particolare, grazie ai quali riuscì finalmente a guarire. A partire da quel momento, si convinse completamente dei benefici di queste pratiche e decide di formarsi in esse. Nel 1946, a soli 15 anni, divenne uchi-deshi di Torataro Saito sensei, maestro guaritore che aveva sviluppato il suo proprio metodo di cura. Parallelamente lo forma al Kenjutsu nonché al Daito-ryu Aikijujutsu. Saito era a sua volta amico di Arimoto Murashige sensei, che negli anni ’30 l’aveva incoraggiato a seguire i corsi di O Sensei. Fu così che ha poté trasmettere al suo giovane discepolo le basi di ciò che sarebbe diventato l’Aikido. Desideroso di approfondire, Reishin Kawai s’iscrisse alla Facoltà di Medicina Orientale di Tsukushoku contemporaneamente all’Hombu Dojo, per poter perfezionare questa duplice Via del guerriero e del terapeuta. Ebbe come professori il fondatore, suo figlio Kisshomaru, Koichi Tohei, e occasionalmente seguì gli insegnamenti di Morihiro Saito a Iwama. Nel novembre 1955 fondò la Nihon Kobudo Iho Fukyukai (Società giapponese delle arti marziali e sdegli studi di agopuntura), ma negli anni ’60 decise di visitare il mondo. Fu così che scoprì il Brasile, dove alla fine si stabilì per diffondere l’Aikido, prima su richiesta di Murashige che era diventato 9° dan, poi ufficialmente e direttamente da O Sensei stesso. Si stabilì quindi definitivamente in Brasile, dove divenne il pioniere per questo Paese. Il 9 gennaio 1963 aprì un primo dojo di 42 tatami a São Paulo. Da lì, l’Aikido crebbe rapidamente, specialmente grazie a uno dei suoi allievi di origine giapponese: Keizen Ono. Questa associazione si trasformò presto in una federazione, con un’influenza significativa anche in Argentina e in Perù. Durante questi 50 anni di pratica dell’Aikido, non dimenticò mai come fosse riuscito a salvare il suo ginocchio e continuò regolarmente a trattare con lo Shiatsu i praticanti. Trasmetterà questa conoscenza ai suoi numerosi studenti, alcuni dei quali sono oggi maestri di alto grado (Keizen Ono, Makoto Nishida, Wagner Bull, Roberto Maruyama, tutti 7º dan).

Minoru Kanetsuka

Gli anni ’50 e ’60 furono il grande periodo in cui, secondo la volontà del fondatore stesso, dei giovani sensei di Aikido girarono mondo per diffondere la sua arte marziale. Ma questi stessi sensei avevano nel loro bagaglio tecnico anche delle conoscenze più o meno avanzate di Shiatsu. È il caso per esempio di Minoru Kanetsuka (nato nel 1939) che scoprì l’Aikiko all’università di Tzakushoku (Tokyo) nel 1957, e che studiò sotto la direzione di Gozo Shioda. Dopo aver ottenuto il suo diploma universitario, decise di installarsi in Nepal e insegnò l’Aikido per 8 anni alle forze di polizia locale nonché ai membri della famiglia reale. Nel 1972 s’installò in Inghilterra dove diventò l’assistente di Chiba sensei, poi, alla partenza di quest’ultimo, diventò il direttore tecnico della British Aikido Federation.

Bill Palmer fu uno dei suoi allievi in Aikido, ma a partire dal 1973 gli insegnò anche lo Shiatsu. Ricorda che: “quand’ero all’università, ho cominciato a praticare l’Aikido. Il mio professore era anche un eccellente praticante di Shiatsu. Il suo nome era Minoru Kanetsuka e mi piaceva molto quello che faceva. Così, ho incominciato a studiare con lui. Per 6 anni ho guardato quello che faceva e in seguito le persone del dojo hanno incominciato a chiedermi dei trattamenti. Quindi, i miei inizi sono molto legati all’Aikido e allo spirito che regna in un dojo. Era una forma molto semplice di Shiatsu, senza alcuna teoria sui meridiani. La pratica era basata su dei punti chiave e sulla qualità del tocco. Kanetsuka aveva l’abitudine di dire: “lo Shiatsu è come l’Aikido. Non provate a controllare niente di niente. Migliorate semplicemente la qualità del tocco e rispondete a quello che sentite”, o ancora: “Se vi aprite all’energia di qualcuno, questo lo trasforma, ma se cercate di cambiarlo, allora resiste”. Bill Palmer fu più tardi uno dei fondatori della UK Shiatsu Society (attualmente federazione inglese di Shiatsu) ed è oggi uno dei più grandi insegnanti europei di questa disciplina.

Seiichi Sugano

Seiichi Sugano sensei è uno dei Maestri di Aikido tra i più conosciuti fra gli aikidoka autraliani, belgi e americani, perché ha vissuto in questi tre Paesi durante parecchi anni.

Personaggio sempre sorridente che ho avuto l’opportunità di intervistare, e che ama ridere di buon cuore, Seiichi Sugano ha anche una storia d’amore con lo Shiatsu. Nato nel 1939, cominciò il Judo all’età di 6 anni. Nel 1957, dopo aver letto un articolo di giornale, decise di recarsi al Hombu Dojo per vedere che cosa fosse l’Aikido. Venne ricevuto da Kisshomaru Ueshiba e, dopo un colloquio e un corso di prova, domandò immediatamente di diventare ushi-deshi, nonostante avesse appena compiuto 18 anni. Dovette dimostrare il suo valore e allenarsi quotidianamente per un anno prima di riuscirci. I suoi compagni di tatami erano Nobuyoshi Tamura e Yoshimitsu Yamada. Tra gli istruttori del Hombu Dojo, Koichi Tohei (che ne era il capo) gli lasciò un’impressione indelebile, perché era l’unico a parlare e lavorare usando la nozione di Ki. Sarà stato questo che lo portò a interessarsi maggiormente all’energia? La storia non ce lo dice.

Il resto della carriera di Seiichi Sugano è ben noto. Sposato a un’australiana, fu inviato per 10 anni sul posto come rappresentante dell’Aikido. Si trasferì poi in Belgio per 8 anni, pur andando ogni anno in Malesia per insegnare. Alla fine si stabilì negli Stati Uniti fino alla sua morte, avvenuta nel 2010. Ma ha mai insegnato lo Shiatsu?

Uno dei suoi vecchi studenti belgi, Louis Van Thiegem Shihan, ci confida: “Sì, mi ricordo bene dei corsi di Shiatsu tenuti da Sugano sensei. Non so dirvi dove l’avesse imparato, ma teneva dei corsi sull’argomento. Inoltre, era molto erudito in generale, quindi passava sempre del tempo a leggere e a imparare. Quando arrivò in Belgio, nel nostro dojo, organizzò dei corsi di iniziazione allo Shiatsu per gli studenti più assidui. Era una pratica molto intima, più che altro familiare, ma ne sapeva abbastanza per aiutare di tanto in tanto una persona che soffriva di un problema al ginocchio, al gomito o alla spalla, ad esempio. Siccome non era la sua attività principale – era prima di tutto maestro di Aikido – non aveva uno studio o altro, ma era perfettamente capace di insegnare e di curare”.

Hirokazu Kobayashi

Altra figura leggendaria tra i maestri di Aikido, Hirokazu Kobayashi nacque nel 1929 a Osaka. Proveniente da una famiglia che lavorava nell’industria della lacca, la sua salute cagionevole lo spinse a praticare le arti marziali dall’età di 7 anni. Il suo temperamento focoso era già all’opera, dato che si dedicò subito non a una, ma a tre discipline contemporaneamente: Karate, Judo e Kendo. Non essendo di natura qualcuno che lascia le cose a metà e sedotto dalle tesi nazionaliste dell’epoca, a 15 anni decise di arruolarsi nell’esercito, cosa ovviamente vietata. Tuttavia, trovò il modo di ingannare i reclutatori, cambiando il numero di bottoni della giacca. Partecipò a tutti i conflitti e sei mesi prima della fine della Seconda Guerra Mondiale decise di diventare un kamikaze. Il destino volle che la sua portaerei venisse affondata, lui fece parte dei sopravvissuti. Al ritorno dalla smobilitazione, lavorò come scaricatore nel porto di Tokyo, scaricando pesce per tutto il giorno. Riprese la pratica del Karate, ma il suo maestro gli scrisse una lettera di raccomandazione affinché potesse anche studiare l’Aikido con O Sensei. L’incontro tra questi due guerrieri non poteva che funzionare ed fu così che Kobayashi sensei divenne rapidamente uno degli allievi più vicini al fondatore. Otto anni più tardi, ritornò ad Osaka e aprì un dojo presso la polizia locale. Il resto è leggenda. Nominato 7º dan a 35 anni, succedette a Morahige sensei come direttore tecnico europeo. Mentre che insegnava per 5 mesi all’anno in Europa, coltivava anche un’altra delle sue passioni: la velocità. In Giappone circolava in moto e in Europa a bordo di automobili sportive, la sua energia era incontenibile. A 42 anni fu nominato 8º dan. Tuttavia, considerare Kobayashi solamente come una testa calda sarebbe un errore. Era anche un uomo di studi, sempre alla ricerca di una comprensione più profonda del mondo e, in particolare, dell’essere umano. Fu così che le arti marziali lo avvicinarono alle tecniche di Seppo/Kuatsu e ad una grande conoscenza dei punti d’acupressione e dei meridiani di agopuntura. Utilizzò queste conoscenze per curare, mostrandole ai suoi allievi.

Tra i numerosi allievi di alto livello che formò, il maestro André Cognard ricorda: “Kobayashi sensei ha sempre curato, di solito alla fine dei corsi, al bordo del dojo. Praticava delle tecniche di riparazione delle articolazioni e di massaggio terapeutico. Non citava mai le sue fonti. La prima volta che mi ha fatto assistere ad uno dei suoi trattamenti, rimasi stupito dalla potenza della sua tecnica. Si trattava di un insegnante di Aikido che si lamentava di un problema ad un ginocchio. Kobayashi sensei mi chiese di estendere lentamente la gamba del paziente, mentre lui la teneva flessa e premeva con il pollice su un punto specifico del ginocchio. Il risultato fu sorprendente. L’uomo riuscì a mettersi in posizione seiza, cosa che gli era impossibile un attimo prima, e a camminare senza soffrire.

L’esperienza non finì lì per me. Arrivato negli spogliatoi, il nostro paziente fu colto da una crisi di pianto e si mise a raccontare di una situazione relazionale che gli aveva provocato un trauma psicologico. Quando ne parlai col sensei, lui mi disse semplicemente: “questi problemi cronici al ginocchio, sono sempre collegati ad un complesso materno”. Mi ci vollero alcuni anni di osservazione per poter tradurre questa frase con: “problematiche da separazione”, “perdita del corpo”, “nascita parziale”. In un istante mi aveva aperto le porte di un mondo, quello del corpo cosciente.

In Giappone

Sadao Takaoka

Quest’uomo è senza dubbio uno dei maestri di Aikido meno conosciuti. Suo zio era un prete buddista e quando gli disse che avrebbe voluto fare del Judo, questi gli consigliò di andare a visitare il dojo di un’arte marziale “mentale”, ovvero l’Aikido. Ma il professore aveva traslocato, e quel professore era nientemeno che il fondatore stesso. Per ripiego, iniziò a studiare con Kusutarou Mizutani (水谷楠太郎) in un’antica scuola di arti marziali: la Takenouchi ryu, famosa per le sue tecniche di presa.  Aveva 17 anni e all’epoca, in questo corso di addestramento marziale, erano inclusi anche lo Shiatsu e il reboutage per rimettere a posto le ossa. Qualche anno più tardi aprì un dojo. Il Giappone era in guerra e lui fu incaricato di fare pattugliamenti notturni. Un certo Hiroyuki Nozawa fu mandato da Tokio per affiancarlo, anche lui professore di Aikido. Insieme iniziarono ad insegnare le loro tecniche marziali nel piccolo dojo di Takoka e fu così che cominciò ad insegnare l’Aikido, ma senza nominarlo formalmente, poiché non aveva ricevuto alcun grado in questa disciplina.

Nel 1945, fece parte della terza ondata di chiamate alle armi per andare a combattere all’estero. Dopo 3 mesi di addestramento, raggiunse il suo reggimento (aeronautica militare) in Corea come soldato. Tuttavia, sapendo delle sue capacità nelle cure manuali, venne convocato dal medico della caserma per aiutare una persona. “Ho somministrato due dosi di anestetico a quest’uomo, ma il dolore non passa. Provi a curarlo”. Passò allora 20 minuti a praticare dello Shiatsu, e il dolore sparì. Il medico capo scrisse allo Stato Maggiore per far sì che non andasse a combattere e che restasse al servizio medico a partire dall’indomani. In questo modo sviluppò una grande esperienza di cure manuali sui malati di tutti i tipi e sulle ferite da guerra. Il suo talento era tale che durante la smobilitazione del 1945, gli impedirono di ritornare immediatamente in Giappone affinché potesse finire di trattare l’aiutante di battaglione. Poté rientrare in Giappone solamente nell’ottobre del ’45. Riprese subito l’insegnamento dell’Aikido, cercando di ridare speranza e gioia ai giovani smobilitati dopo la sconfitta del Giappone.

Nel 1951, venne a sapere che, per la prima volta dopo molto tempo, O Sensei sarebbe tornato a Wakayama per addestrare le forze di polizia. Fu un evento abbastanza raro nel percorso di O Sensei, che insegnava a giorni alterni con Koichi Tohei, mentre gli altri giorni erano dedicati al karate con i Maestri Otsuka, Tomoyose e Yamashiro. Grazie al suo amico e collega Nozawa, poté seguire tutta la formazione con i poliziotti. Dopo le lezioni, propose a O Sensei un trattamento Shiatsu. Lui gli disse: “Un tempo i miei studenti mi facevano dello Shiatsu, ma oggi non ci sono più persone che praticano lo Shiatsu. Allora, forse solo per questa volta?”. Dopo il trattamento O Sensei si complimentò e gli domandò se conosceva il Metodo di Salute di Nishi (leggere il bell’articolo di Nicolaus de Araujo su Katsuko Nishi) che lui stesso seguiva. Gli mostrò il suo metodo di cura con i palmi delle mani. Fu così che dopo questo incontro, nato attraverso lo Shiatsu e l’Aikido, ricevette il 3º dan, divenne uno degli studenti del fondatore e fu testimone di parecchie storie della vita di Ueshiba. La loro comune passione per l’Aikido e le arti curative manuali li avvicinò, fino alla morte di O Sensei. Sadao Takoaka continuò ad insegnare l’Aikido e a curare con lo Shiatsu  per tutta la sua vita. Morì nel 2002.

Eiichi Kuroiwa

Si tratta di uno degli studenti del periodo dopoguerra, che iniziò l’Aikido molto giovane, all’età di 14 anni sotto la direzione di Seseki Abe sensei, nel dojo del suo college a Osaka. Il suo maestro gli diceva: “Non è una questione di forza, è il Ki”. Più tardi andò all’università per diventare ingegnere elettrico, scoprì parallelamente lo Shiatsu grazie alle trasmissioni televisive di Namikoshi, e continuò l’Aikido. Si interessò allo studio dello Shiatsu e seguì una formazione di base agli inizi degli anni ’60. Nel 1963 incontrò O Sensei e divenne suo studente fino al 1968. Durante questi anni, gli propose un trattamento Shiatsu. Il suo ricordo è il seguente:

“Era sempre contento quando gli facevo dello Shiatsu sulla schiena. Avevo l’impressione di premere su di una lastra di ferro con le mie dita. Le mie dita si piegavano avanti e indietro. Non era la schiena di una persona normale. Mi dissero che si trattava di condizionamento del Ki”. In altre parole, l’energia era così densa nel corpo del fondatore, che non poteva entrare nei suoi muscoli.

Kuroiwa continua ancora oggi a insegnare l’Aikido e a proporre lo Shiatsu ai suoi studenti. Un giorno gli è stato chiesto quale fosse, secondo lui, la differenza tra il Judo e l’Aikido. Rispose: “Il Judo è il mondo della fisica newtoniana. D’altro canto l’Aikido è il mondo della meccanica quantistica”. Tra i due, lo Shiatsu è il collegamento per trattare il corpo e il Ki.

Conclusione

Esistono parecchi altri maestri di Aikido giapponesi che hanno studiato (come confermato dallo stesso fondatore) lo Shiatsu o l’Anma, ma non tutti sono noti ai biografi. Tuttavia, hanno tutti grandemente contribuito alla diffusione dello Shiatsu, in Giappone come nel resto del mondo, perché queste due arti hanno molteplici legami, di cui il più importante è la nozione di Ki. Al giorno d’oggi, sempre più praticanti di arti marziali praticano e insegnano lo Shiatsu, rinnovando così la tradizione dei koryu (scuole classiche): saper combattere, saper curare.

Buona pratica.


Autore

Ivan Bel

Traduzione

Francesca Biagini
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