Mike Mandl è una delle personalità più importanti nel mondo dello Shiatsu europeo. Insegna e pratica lo Shiatsu da molti anni a Vienna, in Austria, ed è anche il presidente del più grande evento al mondo della nostra professione, il Congresso Europeo di Shiatsu. In questa intervista ci parla della sua carriera e soprattutto della sua visione dello Shiatsu. Per lui, non c’è separazione tra i diversi approcci della nostra disciplina, tra i lati Yin e Yang della pratica. Un’intervista affascinante che prova ad formulare questo concetto.
Ivan BEL: Caro Mike Mandl, grazie per aver accettato questa intervista. Cominciamo dall’inizio. Da dove vieni? Quando sei nato?
Mike Mandl: Oh, proprio dall’inizio, ahah !
Sì, voglio sapere tutto sul tuo percorso di Shiatsu.
Vivo a Vienna, in Austria. Sono nato nel 1969. Volete sapere del mio percorso di Shiatsu? D’accordo. Tutto è iniziato quando ero molto giovane, prima dei 18 anni. Sono stato molto ispirato dagli scritti di Masanobu Fukuoka. Era uno dei padri della permacultura. Appena finita la scuola, sono andato in campagna in una comunità agricola e ho iniziato la pratica della permacultura. È stato un bel periodo. Ma se leggi i libri di Masanobu, parla anche di questo “one touch man”, un olandese che aveva studiato con lui e cha aveva creato una fattoria di permacultura in Olanda. Il suo nome è Tomas Nelissen. Era una piccola comunità post-hippie, c’erano tanti partecipanti. Un giorno, un ospite stava facendo uno strano tipo di massaggio. Gli chiesi: “Cosa stai facendo?” e lui rispose: “Oh, sto studiando Shiatsu con questo Maestro, Tomas Nelissen”. Una luce si è accesa subito nella mia testa: Shiatsu, devo impararlo!
La decisione è stata presa all’istante. Ho lasciato la fattoria subito dopo questo incontro, mi sono trasferito a Vienna e la prima cosa che ho fatto è stata quella di recarmi alla scuola di Tomas Nelissen chiedendo: “Posso frequentare il vostro corso? Sono andato direttamente dalla stazione alla scuola di Tomas con nient’altro che una borsa sulle spalle. Ricordo molto bene questo, perché la seconda cosa che chiesi fu: “C’è un posto per dormire?”. E la terza fu: “Dove posso lavorare? Perché ho bisogno di soldi.” Questo è tutto! Ho iniziato così 30 anni fa. Non è stata una decisione presa razionalmente. Quando ho sentito quella persona parlare dello Shiatsu e di Tomasa Nelissen, una voce dentro di me ha detto: “Devi farlo”. Non avevo mai ricevuto Shiatsu prima, è stata una cosa improvvisa. Una specie di chiamata.
Quando hai iniziato a lavorare con lo Shiatsu?
Fu allora, durante il mio terzo anno di studi, quando ho iniziato a lavorare con Tomas come assistente. Una volta finito gli studi, ho iniziato a insegnare nella stessa scuola, anche se ero piuttosto giovane. Siamo rimasti insieme per 25 anni, e mi piaceva molto, perché vivevo la mia spiritualità in quel modo tradizionale, imparando con un Maestro. Quando trovi un Maestro hai bisogno di seguirlo fino a quando non ti senti sicuro delle tue pratiche e solo allora puoi iniziare a sviluppare il tuo approccio personale. Alla fine, ho rilevato la scuola di Tomas. La scuola aveva aperto nel 1989, io ho iniziato nel 1992 e da allora sono sempre stato lì.
Non mi hai detto molto delle tue origini. Sei nato a Vienna?
No, vengo dall’Alta Austria, da Steyr, famosa per i suoi stabilimenti di motori e di armi. È una delle dieci città più grandi dell’Austria, ma in realtà ha solo 50.000 abitanti. È vicino alle montagne. Mio nonno viveva in una baita in montagna. Sono un ragazzo di campagna. I miei nonni e i miei genitori erano tutti medici, quindi c’era una grande tradizione medica in famiglia, e toccava a me proseguire questa tradizione. Sentivo molta pressione su di me sul fatto che avrei dovuto studiare medicina. Ma per via di quella pressione, ho scelto di non farlo, come poi è stato. Questo per spiegarvi che sono cresciuto in un ambiente e in una cultura di Medicina. Ne sono stato molto influenzato, soprattutto dal padre di mio padre che era uno dei più famosi chirurghi del paese. Sai, i chirurghi sono visti come degli dei in medicina, ma ero convinto che in realtà sono alla fine della catena nel loro prendersi cura di una persona. Si chiede loro di operare quando la situazione è già molto grave, quando tutto il resto è fallito, a meno che non si abbia una ferita o un incidente. Ho pensato che fosse meglio non ammalarsi, rimanere in salute e prevenire le malattie. Forse è stato perché ho visto mio nonno essere alla fine di questa catena che decisi che volevo invece esserne all’inizio. Era il mio modo di completare una sorta di cerchio e alla fine ho scelto una tecnica orientale che potesse aiutare le persone a rimanere in buone condizioni di salute. Quindi, secondo me, noi e i medici stiamo facendo la stessa cosa, ma in modo completamente opposto. Mio nonno ha chiaramente avuto una grande influenza su di me.
Pensi che questa cultura medica abbia influenzato il tuo modo di praticare lo Shiatsu?
Ha avuto un impatto sulla mia volontà di sviluppare un luogo di cura, di comunicare con il settore sanitario, di entrare negli ospedali di Vienna, quindi sì, ha avuto un’influenza. Credo di aver voluto dimostrare che lo Shiatsu può chiaramente far parte del sistema sanitario, ma dopo i miei 40 anni sono cambiato e oggi per me questo non è più la sola priorità, anche se ormai lavoriamo da molti anni in molti ospedali.
Cosa pensi del modo in cui lo Shiatsu viene praticato oggi? Alcuni insistono nel fare una diagnosi orientale specifica mentre altri raccomandano di lasciare che sia la sensazione a guidare le mani senza bisogno di diagnosticare nulla.
Questa è una grossa questione nello Shiatsu. Perché questo? Secondo me chi si pone questa questione non ha ancora ben compreso lo Yin e lo Yang. E se non capite lo Yin e lo Yang significa che non capite pienamente lo Shiatsu. Perché c’è sia un approccio Yin che un approccio Yang allo Shiatsu. L’approccio Yang si basa sulla diagnosi con un grande riferimento ai sintomi portati, con una chiara struttura del trattamento. Considerare che bisogna fare questa o quell’azione per avere un effetto specifico sul corpo/mente della persona. E poi c’è l’aspetto Yin dello Shiatsu, che ha più a che fare con l’intuizione, il sentire e il non fare assolutamente nulla ma lasciare che il Qi emerga e si muova autonomamente. Entrambi gli aspetti sono presenti nello Shiatsu. Penso che le persone che dicono che si debba fare o in un modo o nell’altro stiano separando lo Yin dallo Yang. E privilegiando una parte, l’altra ti sfugge sempre. Tutti coloro che dicono che occorre eseguire una diagnosi e un trattamento strutturato sbagliano, così come tutti coloro che dicono che bisogna lasciare che il flusso del Qi agisca da solo, perché si rivolgono solo allo Yin o allo Yang. Secondo me, occorre scegliere tra Yin e Yang a seconda del giorno, del ricevente, delle circostanze e anche nell’ambito del tuo trattamento, devi cambiare costantemente il tuo approccio. Ti faccio un esempio: se lavori con i bambini in ospedale, è meglio avere un approccio Yin. Ma se stai lavorando su un atleta con problemi alla spalla, è meglio avere un approccio Yang. Quindi, per me, questa è una falsa domanda frequente su cosa sia lo Shiatsu. Un buon praticante di Shiatsu dovrebbe essere in grado di conoscere entrambi gli approcci e di scegliere in qualsiasi momento quali strumenti usare al momento giusto. Ecco perché ci vuole molto tempo per studiare profondamente lo Shiatsu.
Questa è una risposta molto interessante, grazie.
Lasciatemi aggiungere qualcosa. So che sei un artista marziale e che sei anche molto curioso, che scrivi molto sullo Shiatsu e ti ringrazio per questo. Quindi capisci quanto tempo ci vuole per diventare bravi in qualcosa. Fai karate, vero? Quindi immaginate uno studente di karate che apre il suo dojo dopo tre anni di pratica. Sarebbe ridicolo e qualcuno finirebbe per dargli un calcio neutralizzante perché in fondo è solo una cintura gialla o arancione. Ed è per questo che nessuno nel Karate osa farlo. Ma nel mondo dello Shiatsu, no.
Questo tipo di situazione accade! Per quanto mi riguarda, ho iniziato con la permacultura e il senso di interconnessione tra la natura e la vita umana. Poi lo Shiatsu, poi la MTC, e ora il Taoismo, che ha una lunga e profonda tradizione. Tu sei una persona tra il cielo e la terra e, come sai, ci sono tre livelli di medicina. Medicina per la Terra significa che si trattano i sintomi. Poi c’è la medicina per l’uomo, che è quella di promuovere una salute più forte e una migliore circolazione del Qi. E infine, la medicina per il cielo, che è un lavoro più emotivo e spirituale. E un buon operatore deve sapere cosa scegliere per ogni persona ad ogni trattamento. Alcune persone si concentrano troppo su uno di questi tre aspetti, come la medicina celeste con lo sviluppo personale, l’equilibrio emotivo, ma come si fa a farlo con un terribile mal di schiena? La prima cosa da fare è affrontare il dolore, quindi bisogna sapere come trattare i sintomi. Non si può sperare di aiutare a livello spirituale se la persona soffre molto. Poi si lavora sulla struttura, perché se si vuole crescere, c’è bisogno di molta energia. Dopo di che si può lavorare sul livello spirituale.
Sono totalmente d’accordo con te. Ma dimmi, oltre a Tomas Nelissen, sei stato influenzato da altri insegnanti?
Ho incontrato quasi tutti gli insegnanti che sono apparsi sulla scena dello Shiatsu negli ultimi 30 anni. Io lo chiamo “il salto del maestro”, cioè si va da un maestro, poi da un altro e così via. E’ stato utile per trovare ispirazioni, ma poi ho preferito approfondire lo stile che avevo intrapreso. In effetti, non volevo mescolare niente con quello che praticavo, finché non l’avessi ben conosciuto. La mia opinione personale su questo è che si tende a voler creare il proprio stile troppo presto. Questo vale anche per un grande come Masunaga. Sono stato a molti workshop organizzati dalla scuola di Masunaga e ho incontrato molti insegnanti di Zen Shiatsu, ma dal mio punto di vista le estensioni dei meridiani non sono sufficientemente accurate. Sono certo che egli ha sentito subito qualcosa di interessante, ma ne ha fatto subito una teoria prima che fosse troppo tardi. Vi faccio un esempio. L’estensione del meridiano dello Stomaco è all’esterno del braccio e arriva all’anulare. Viene poi spiegato che lo Stomaco regola il nutrimento, e il braccio si attiva per farlo. Ma qui c’è un problema. Vediamo ovunque che quando un meridiano è attivato, attiva la catena muscolare che lo accompagna. Se questa estensione del meridiano fosse attivata, allora il braccio dovrebbe miuoversi allontanandosi dalla nostra bocca, non verso la nostra bocca. In breve, questo non mi sembra convincente. Ecco perché penso che abbia trovato qualcosa, ma ha teorizzato troppo presto. Sai quando spieghi un nuovo sistema, beh, puoi farci un business con quello, giusto? Mi spiace che possa sembrare rude detto così. Ma ora la gente tira fuori teorie dopo solo 10 anni di lavoro, non è serio.
Ma per tornare alla tua domanda, sì, ho avuto un grande insegnante di medicina cinese. Ho viaggiato in Cina e ho incontrato una vecchia signora a Chengdu, la professoressa Hu. Ora ha 80 anni. Quando l’ho incontrata per la prima volta nel 2017, aveva circa 75 anni. Quindi aveva quasi 60 anni di esperienza di medicina cinese in un ospedale in Cina. Questo significa vedere tra i 50 e i 70 pazienti al giorno, ogni giorno della tua vita. E nei fine settimana andava in una clinica gratuita in campagna a curare le persone bisognose Sono più di un milione di visite. Questo è quello che io chiamo una persona esperta. Se lo paragoniamo ai nostri obiettivi nello Shiatsu, noi siamo lontanissimi. È anche un’insegnante taoista. Quindi anche in clinica o in ospedale, con i suoi aghi, ha un approccio molto spirituale. Usa sempre i punti fantasma, i punti psichici, il tutto con grande tranquillità. Ha fatto così tante diagnosi che con un semplice sguardo riconosce subito chi è malato. È uno dei migliori medici della Cina, ma in realtà questo non lo sbandiera. Fa solo i suoi trattamenti giorno dopo giorno. Come potete immaginare, lei mi dà grande ispirazione ed è per questo che mi sono avvicinato molto di più al taoismo ora, perché penso che sia molto importante avere una solida base per il tuo sviluppo interiore. Se parliamo dello Shiatsu, le sue radici culturali sono più nello Shintoismo. È meraviglioso essere in grado di offrire trattamenti, ma se vuoi davvero approfondire la tua comprensione su ciò che stai facendo, ad un certo punto devi farti coinvolgere da quelle pratiche spirituali che supportano la tecnica.
Cosa pensi dello Shiatsu europeo di oggi?
Sono sorpreso dai molti workshop che vengono organizzati mescolando qualcosa con lo Shiatsu. Yoga e Shiatsu. Nutrizione e Shiatsu. Osteopatia e Shiatsu. Lingua e Shiatsu. Perché sempre qualcosa e lo Shiatsu? Se si studia seriamente lo Shiatsu, si può trovare tutto questo già incluso, anche l’osteopatia o altre terapie che si possono sperimentare dopo un alto livello di pratica. Per me, questo significa che le persone non trovano tutte le risposte nello Shiatsu, quindi cercano altrove. Questo è un peccato! Fai Shiatsu e studialo per almeno 20 anni e troverai tutto ciò di cui hai bisogno. Non fare Shiatsu e qualcos’altro, questa tecnica è già abbastanza ricca e completa.
Tu sei anche coinvolto in un grande progetto per portare lo Shiatsu agli assistenti negli ospedali. Come è cominciato?
In realtà, ero in contatto con Diego Sanchez in Uruguay, perché sapevo che lavorava molto con il personale ospedaliero. Curava le persone in terapia intensiva e ho pensato che fosse un’ottima cosa. Durante il lockdown in Austria, gli operatori Shiatsu non erano autorizzati a praticare, e ho pensato che fosse insensato, che anche noi dovessimo lavorare. Da questa crisi è nata una grande polarizzazione nella società. C’era questa ‘scienza della fiducia’ e se non ci credevi, eri una specie di teorico della cospirazione esoterica. Quindi era o bianco o nero. E molti aspetti della medicina alternativa erano visti sotto una luce negativa. Anche lo Shiatsu, il che è molto triste. Così ho detto: “Dobbiamo fare qualcosa e mostrare alla gente che siamo in grado di fare anche noi un buon lavoro”. Come sapete, questa pandemia ha un impatto sul corpo ma anche sulle emozioni e la psiche. Lo Shiatsu è un ottimo strumento per aiutare le persone, specialmente il personale delle terapie intensive che è alle prese ogni giorno con i pazienti Covid. Al telegiornale parlano sempre di quanti letti sono ancora disponibili. Ma non ci sono solo i letti a disposizione, c’è anche il problema del personale disponibile. Molti di loro hanno lasciato il lavoro perché alla fine non ce la facevano. Così abbiamo iniziato a curare queste persone, infermieri, medici, personale del pronto soccorso, e questo fu una cosa bella, per loro e per noi. È un punto d’incontro tra la medicina occidentale e quella orientale. Lo Shiatsu dimostra che può sostenere lo sforzo collettivo di lotta contro la pandemia e in particolare sostenere il personale ospedaliero. La felice sorpresa è che è stato molto facile da fare. Il primo ospedale che abbiamo contattato era molto felice che potessimo iniziare da subito. Ci hanno chiesto “di cosa avete bisogno?” e poi “per favore venite, venite”! E il tutto ha preso piede a macchia d’olio. Un’altra clinica ce lo chiese, poi un’altra a Vienna, poi in tutta l’Austria. E ora ho più richieste di quante la nostra comunità Shiatsu possa gestire. Nelle aree più remote non abbiamo abbastanza operatori per aiutare queste cliniche. Ma almeno dimostriamo che possiamo lavorare insieme e il feedback ricevuto è stato più che positivo. Vi faccio l’esempio di un’infermiera che lavorava incessantemente e aveva una lombaggine. Diceva che voleva andarsene. L’abbiamo aiutata così tanto che alla fine non ha mai smesso di lavorare e ora è in grado di fare tutti i turni che sono richiesti in ospedale per aiutare le persone. Quindi un grande successo.
Suppongo che tu abbia sentito che questa esperienza è stata organizzata in altri paesi, come l’Ungheria, dove c’e’ stato un grande successo. Speriamo che altre organizzazioni di Shiatsu facciano lo stesso in altri paesi. Possiamo tornare alla tua pratica Shiatsu? Dal tuo punto di vista, la spiritualità aiuta la tua pratica quotidiana?
Cos’è la spiritualità? Ci sono molte definizioni di spiritualità. Per me, la spiritualità significa che si lavora con la mente. E intendo davvero lavorare. Mi piace l’approccio tradizionale. Le arti orientali possono essere una via, ma bisogna seguire un percorso. Devi investire su di te. Bisogna fare molto se si vuole raggiungere lo stato del non-fare. Tendiamo ad assorbire la parte romantica delle arti orientali, ma evitiamo l’impegno e lo sforzo che richiedono perchè agiscano veramente. Nella nostra caotica società moderna, la spiritualità sembra solo un qualcosa di piacevole, che tutto quello che si deve fare è arrendersi, lasciarsi andare. Come se non ci fosse una via. Che non devi fare nulla. In realtà, questa è una stupidaggine. Scusa. Ma conquistare se stessi è la missione più delicata e difficile che puoi scegliere nella tua vita. Per questo motivo, dobbiamo fare tutto il possibile. Non basta solo fare un po’ di spiritualità. Nello Shiatsu bisogna essere presenti per gli altri. Tu li servi. Tu li aiuti. Nel lungo termine, questo è possibile solo se si affina la mente e si vede la sofferenza degli altri esseri, anche se questa sofferenza significa che sono bloccati solo dal loro ego e dalla loro inconsapevolezza.
Per concludere questa intervista, quale messaggio vorresti dare ai professionisti?
Abbiate coraggio. Cercate di divenire esperti di ciò che state facendo.
Grazie mille Mike per il tempo che hai passato con me, e spero che ci incontreremo di nuovo molto presto<
Grazie e a presto.
Copyright: foto di copertina: Blogsport.cc 2021
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