Intervista Bernardo Corvi: il cuore immenso dello Shiatsu

29 Nov, 2021
Reading Time: 23 minutes

Nel mondo dello Shiatsu ci sono persone davvero affascinanti. Questo è il caso di Bernard Corvi, che vi presentiamo in questa intervista. Praticante di Shiatsu, poi insegnante, scrittore sull’argomento e infine imprenditore. Viaggiatore instancabile, gran lavoratore, mette soprattutto tutta la sua conoscenza dello Shiatsu al servizio dei più deboli. Giudichiamo: prigionieri, prostitute, truffatori, monaci buddisti, preti… si prende cura di tutti senza fare alcuna distinzione. Per lui, ogni essere umano merita di essere aiutato.


Ivan Bel: Ciao Bernardo Corvi. Sono molto felice di intervistarti perché sei una persona straordinaria. Imprenditore, hai sviluppato il marchio Tatamiportable.com, ma non è questo che mi interessa oggi. Vorrei che parlassimo delle tante cose che hai raggiunto e della dimensione sociale che ti anima attraverso lo Shiatsu. Potresti iniziare dicendomi chi sei, da dove vieni e come lo Shiatsu è entrato nella tua vita?

Bernardo Corvi: Ciao, Ivan, grazie per l’opportunità che mi offri. Mi chiamo Bernardo Corvi, abito in Italia, in un piccolo paesino rurale che si chiama Lesignano de’ Bagni, in provincia di Parma. Ho incontrato lo Shiatsu potrei dire per caso agli inizi degli anni ‘80 del secolo scorso ma fino alla fine degli anni ‘90 ho praticato solo sporadicamente, da autodidatta, qualche pressione. Verso la metà degli anni ‘90  ho perfezionato la mia formazione con una delle scuole più rappresentative dello Shiatsu in Europa: Accademia Italiana Shiatsu Do. Ho, fin da subito, intuito le enormi potenzialità psicologiche, sociali e umane che la sua pratica offriva come opportunità. Mi ha appassionato fin dai primi istanti di pratica. La pratica mi ha fatto scoprire occasioni e possibilità di relazioni umane intense e profonde. 

So che storicamente parlando, il primo Paese europeo in cui è arrivato lo Shiatsu è stato l’Italia. Potresti dirmi chi è stato il primo italiano a portare lo Shiatsu nel tuo Paese? Lo conoscevi?

La prima persona a portare lo Shiatsu in Italia è stato Rodolfo Palombini [i], addirittura il primo europeo a portare questa tecnica fuori dai confini giapponesi. Era il 1964, quando al seguito delle squadre italiane alle olimpiadi di Tokyo, frequentò il corso di formazione della Nippon Shiatsu College di Namikoshi. Nel 1981 fondò a Roma la Scuola Italiana di Shiatsu oggi diretta dal figlio, Fulvio [ii].

Figure di riferimento per lo Shiatsu in Italia sono il maestro Yuji Yahiro, che dal febbraio 1974 inizia a praticare e a diffondere lo studio dello Shiatsu nel Centro ‘Bu sen’ di Milano. Proprio in quel centro nel 1975 inizia lo Studio anche una delle figure fondamentali per lo Shiatsu in Italia: Mario Vatrini [iii]. Vero ricercatore, ebbe intuizioni geniali, dando contributi preziosi e offrì apporti rivoluzionari alla pratica dello Shiatsu in Italia.

Pratica Shiatsu a San Cristobal de las Casas – Chiapas, Messico

Ho conosciuto il maestro Yuji Yahiro e frequentato un seminario con lui e partecipato ad un seminario nel 2004 dove erano presenti tra gli altri il figlio di Rudy Palombini, Fluvio e Mario Vatrini.

Oggi lo Shiatsu è abbastanza diffuso in Italia che ha, probabilmente, uno dei migliori livelli in Europa. Qual è ora la situazione dello Shiatsu italiano? È riconosciuto dallo Stato?

In Italia Lo Shiatsu è una attività libera, all’operatore Shiatsu non si richiede nessun titolo di studio, nessuna iscrizione ad albi, collegi, associazioni. Non esistono vincoli che possano impedire l’accesso alla professione, chiunque può svolgere tale attività. Solo che decide di fare della pratica dello Shiatsu la sua attività lavorativa dovrà attenersi alle normative riguardanti gli obblighi fiscali, contributivi, rispetto della privacy ecc. Adempimenti non richiesti per chi intende praticare la disciplina per hobby, cultura personale, volontariato senza percepire alcun compenso.

In Italia è stata emanata una legge, la 4/2013 che costituisce la normativa di riferimento in materia di ‘professioni non organizzate in ordini o collegi’, o anche ‘professioni associative’ e prevede la possibilità di formare associazioni di natura privatistica per le professioni senza albo. La legge viene emanata nel rispetto dei principi dell’Unione Europea in materia di concorrenza e libertà di circolazione.

Le associazioni professionali di Shiatsu in Italia più importanti sono tre: Apos, Cos, Fisieo alle quali sono richiesti determinati requisiti per poter essere riconosciute dal MISE, ministero dello sviluppo economico. Come descritto prima, pur non essendo obbligatoria per la professione l’iscrizione ad una associazione, rappresentano la figura dell’operatore professionale di Shiatsu nei confronti dello stato, ne garantiscono la qualità della formazione e la trasparenza allo scopo di certificare all’utente finale la certezza di maggior qualità professionale.

Torniamo a te. Lo Shiatsu è stato per te una tale rivelazione, che hai deciso presto di proporlo oltre i confini italiani, in particolare tenendo corsi in Messico, Cuba e all’Università di Brasilia, la capitale del Brasile. Raccontami questa esperienza, per favore.

Man mano che mi addentravo nella pratica, scoprivo che aumentava parallelamente anche la qualità della mia vita. Mi sentivo e mi sento tuttora appagato ed emozionato ogni volta che appoggio le mani e pratico Shiatsu insieme alle persone. Ogni contatto è una esperienza nuova, intensa, piena di relazione che, spesso, trascende gli stati della coscienza.

Ho scoperto che grazie alle pratiche di volontariato lo Shiatsu poteva entrare in tutti quei luoghi in cui difficilmente le porte di aprono, parlo specialmente degli ambiti della grave sofferenza sociale. Gestendo la formazione di parte della mia regione, per la scuola di cui facevo parte, ho avuto la possibilità di organizzare, anche grazie ai miei allievi, diverse esperienze di volontariato come ad esempio le pratiche nelle strutture psichiatriche in cui già ero presente, la nostra presenza nelle tendopoli che ospitavano le vittime del terremoto in Emilia nel 2020, le esperienze in carcere.

Bernardo in posa davanti alla bandiera cubana

Un fatto preciso però mi ha portato in Brasile. Collaboravo in maniera molto attiva ai progetti di una associazione che, purtroppo oggi è stata chiusa: Shiatsu Do volontariato Onlus. A sua volta questa associazione sosteneva progetti in Brasile attraverso il progetto Fly (Felipe de Lyon) diretto da Donna Vittoria Garofalo, scomparsa pochi anni fa, conosciuta proprio da Mario Vatrini nei sui viaggi relativi allo studio delle condizioni di trance nell’Umbanda [iv]. Il progetto si prefiggeva di offrire un’istruzione scolastica e un pasto caldo giornaliero a bambini in una cittadina situata ad un paio di ore di auto da Brasilia: Palanltina de Goyas. All’epoca stavo lavorando alla stesura del mio primo scritto, un libro di poesie, ispirate dal movimento interiore nato dalla mia pratica. Un fatto terribile, la morte in condizioni drammatiche di Valentina a diciotto anni, figlia della mia collaboratrice e collega più stretta, mi ha portato a chiedermi come fare per poter continuare la grandiosa opera di questa ragazza e della madre nel decidere di donare i suoi organi per salvare la vita di altre persone. Ho trovato un editore sensibile al progetto ed abbiamo stampato le copie del libro, donando tutti gli incassi al progetto in Brasile. Questo avrebbe aperto le porte del mio ricchissimo viaggio là, approfittando di una formazione di Shiatsu iniziata da una istruttrice brasiliana della nostra scuola in cui fungevo da supervisore in qualità di istruttore “anziano” della scuola e che ci ha portato a tenere anche alcuni incontri con studenti della facoltà di fisioterapia nell’università di Brasilia.

Foto di gruppo dopo il seminario pratico con gli studenti di fisioterapia della Faculdade de Educação dell’Università di Brasilia

Tutti i miei successivi libri, che raccontavano di diversi aspetti della mia pratica, hanno seguito la missione dedicata a Valentina e, ancora una volta, tutti gli incassi sono sempre stati devoluti per sostenere diversi progetti di volontariato in Italia e all’estero. La supervisione sulla formazione di qualcuno di questi progetti mi ha portato a San Cristobal de las Casa, in Chiapas, e a La Habana, Cuba. Racconto le nostre esperienze scritte da me e da un mio collega residente a Cuba in un ulteriore libro.

Incredibile! Un’altra importante iniziativa da parte tua è stata quella di aprire il primo corso di Shiatsu al mondo in un ambiente residenziale per persone con disturbi mentali che hanno commesso crimini. È fantastico, si potrebbe avere paura di queste persone, ma a quanto pare non è stato il caso. Come ti sei comportato con l’amministrazione del centro e con queste persone? Quali sono stati i risultati?

Il progetto per l’effettuazione di un corso di Shiatsu presso la struttura Rems di Casale di Mezzani (Parma) nasce dalla volontà dell’Azienda Sanitaria Locale di Parma, di inserire nei propri programmi educativi rivolti agli ospiti della struttura anche questa pratica Shiatsu la cui efficacia era già stata sperimentata nel corso di oltre quindici anni di trattamenti riconosciuti dal Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche. L’organizzazione nella struttura di Casale di Mezzani, iniziata nel mese di Settembre 2015 (anno di apertura di questa struttura) è rinnovata anche per gli anni successivi prevedeva di fatto trattamenti per tutti gli ospiti della struttura, nessuno escluso.

Pratiche presso “La Casa del Tibet” a Votigno di Canossa (Reggio Emilia – Italia), un centro culturale nato sotto la diretta benedizione di S.S. il XIV Dalai Lama

La legge 81 del 2014 ha istituito in Italia una struttura sanitaria che non ha eguali nel resto del mondo. Il percorso è iniziato oltre 40 anni fa, con la famosa Legge 180 del 1978 che ha decretato la chiusura dei manicomi. Con questa legge è finita un’epoca, quella del trattamento penale del folle. Per la Costituzione Italiana chi è stato giudicato incapace di intendere e di volere nel momento nell’atto di compiere un fatto che costituisce reato, non è perseguibile penalmente. Fino al momento della entrata in vigore della legge i pazienti psichiatrici autori di reato venivano reclusi in una struttura denominata OPG (ospedali psichiatrici giudiziari) che di fatto erano i manicomi criminali. Erano luoghi dove paradossalmente chi aveva commesso un reato causato dalla sua patologia si trovava a scontare una pena maggiore di chi aveva commesso lo stesso reato non avendo nessuna patologia. Le Rems non sono strutture giudiziarie ma strutture sanitarie in cui le persone vengono indirizzate dal magistrato competente e rispondono a specifici requisiti. La mission principale di queste strutture, che rispondono ad una psichiatria di comunità, è basata sul principio della “recovery” e il progetto principale è l’attuazione di un progetto terapeutico individualizzato teso a riscoprire e promuovere le capacità peculiari di ciascun individuo. Lo scopo principale della struttura, oltre a garantire la certezza delle cure a chi ne ha bisogno (sancito dalla costituzione) è quello del suo reinserimento nella società contribuendo ad abbattere quella pericolosità sociale che il gesto commesso ha portato con sé.

Il corso, come si poteva presumere è stato un corso sperimentale aperto ad operatori e ospiti della struttura e ha portato a risultati eccezionali, che riporterò nel mio prossimo libro: “Un particolare stato dell’essere, aspetti psicologici, sociali e umani della pratica dello Shiatsu in ambito sociale”, sia per quanto riguarda gli ospiti che gli operatori coinvolti nel progetto ma anche per la responsabile della struttura. Un corso avveniristico che ha toccato nel profondo le nostre motivazioni, le nostre paure e le nostre ansie e ha dato in cambio emozioni intense, ha fatto superare barriere e pregiudizi facendo scoprire la persona invece del suo reato.

È stata questa esperienza che ti ha spinto a fornire cure in ambiente carcerario, presso il carcere “La Pulce” in Emilia Romagna?

No, in realtà è proprio il contrario, è grazie alle esperienze di volontariato sia nel carcere , prima al carcere minorile femminile del Beccaria a Milano poi a quello di Reggio Emilia e al mio lavoro di trattamenti Shiatsu, svolto per tanti anni in ambito psichiatrico, che ho avuto le competenze per essere coinvolto in un progetto così grandioso come quello della Rems; l’effettuazione dei trattamenti prima e del corso successivamente. I progetti in carcere nascono grazie alla capacità di una mia collega di Milano per quanto riguarda il minorile femminile e per la volontà di un mio allievo, impiegato nel comune di Reggio Emilia, che mi ha espresso l’intenzione di portare i nostri trattamenti in carcere. In quel momento mi sono attivato e grazie alla collaborazione tra noi, io con le mie competenze, lui con le sue conoscenze e grazie all’interesse dell’assessore alle politiche sociali del comune abbiamo stilato un progetto assieme al direttore del carcere. Anche il grande aspetto umano di queste esperienze verrà riportato nel mio prossimo libro. 

Bernardo Corvi presenta uno dei suoi libri “Non sei solo…”.

Si può dire che le esperienze vanno tutte nella direzione dell’apertura del cuore. Ed è stato allora che nel maggio 2012 si è verificato il terribile terremoto a Mirandola, sempre in Emilia Romagna. Ricordo che ci furono morti, molti feriti e soprattutto molti edifici distrutti. Cosa fai allora quando vieni a sapere di questa situazione?

Ancora una volta è la collaborazione che porta a poter pensare a progetti di sostegno così grandi. Il ruolo di formatore è una missione che può offrire ampi orizzonti sia agli allievi, dando la possibilità di far vivere loro esperienze molto intense in un certo senso anche profondamente spirituali, sia per il percorso di crescita dell’insegnante stesso. E’ molto bello mettersi a disposizione dei sogni degli allievi se sai di avere le competenze necessarie per poterli realizzare assieme. Ecco il ruolo dell’insegnante, quello cioè di individuare ciò che risiede nell’anima dei propri compagni di viaggio, verificarne la coerenza e la fattibilità e permettere di poter far nascere le esperienze dettate dal Cuore, come giustamente tu sottolinei. In questo modo una disciplina diventa una esperienza di vita. Organizzare la nostra presenza nelle tendopoli di Mirandola è stato un lavoro faticoso che ha messo in gioco oltre alla mia resistenza fisica anche le motivazioni morali e spirituali. Abbiamo portato sostegno alle persone che avevano perso tutto ma che si sono ritrovate, anche solo per pochi momenti in una bolla di pace e serenità. Abbiamo praticato nelle tende messe a disposizione della protezione civile, grazie al patrocinio del comune di Mirandola, dove, pur con i condizionatori d’aria le temperature raramente scendevano sotto i 50 gradi. Sono stati coinvolti oltre 70 operatori provenienti da tutta Italia di tutte le scuole. Il progetto ha portato alla stesura del libro “gli angeli delle Shiatsu” ormai esaurito.

Shiatsu a Ciccio, una persona di 90 anni in Italia.

Immagino che attraversare un’emergenza debba essere stato sia umanamente difficile, ma allo stesso tempo un momento fantastico per vedere cosa può fare lo Shiatsu per le popolazioni in difficoltà. Dal punto di vista professionale, cosa ti ha portato questa nuova esperienza? Hai cambiato il tuo Shiatsu?

Hai ragione, la pratica dello Shiatsu nell’ambito della sofferenza, sia che siano popolazioni sia che siano persone singole in difficoltà fa comprendere la vera importanza della disciplina che in questo modo si trasforma in arte. Senz’altro lo Shiatsu è una tecnica che utilizza pressioni portate con il palmo della mani, i pollici, avambracci, gomiti e apporta un beneficio a tensioni muscolari, disagi di vario tipo stimolando la forza vitale intrinseca di ogni persona ma da anni in Italia si sta portando avanti un discorso di Shiatsu non terapeutico, ma uno Shiatsu di valori. Lo Shiatsu funziona proprio perché si instaura un rapporto intrinseco tra le due persone coinvolte in un trattamento permettendo una migliore condizione secondo potenzialità, tempi e modalità peculiari di ogni persona. Risponde senz’altro a verità, però, che lo Shiatsu è una disciplina evolutiva. La miglior qualità della vita che questa pratica genera, oltre alla risposta agli stimoli che le pressioni determinano, è profondamente in relazione al fatto che tutte e due le persone sono protagoniste, in un processo che risponde ad un senso di reciprocità; rapporto che porta ad esprimere la parte migliore di una coppia e dove esiste un rapporto di qualità è aperto il cammino verso un profondo stato di cambiamento che porta ad un livello di consapevolezza superiore. Possiamo allora definire, senza ombra di dubbio, lo Shiatsu un incontro, un momento in cui nasce spontaneo e delicato un colloquio, che si esprime attraverso un codice non verbale. Un linguaggio attento, educato ma che, soprattutto, ascolta. Un modo di esprimersi che, libero da grossolanità e superficialità, arriva a volte a sfiorare strati profondi della coscienza. Sono sempre stato d’accordo con il mio amico Francisco Contino, responsabile dei progetti a Cuba [v] quando definisce che lo Shiatsu non è un massaggio, ma un messaggio.Il modo di fare Shiatsu cambia pressione dopo pressione, esperienza dopo esperienza, relazione dopo relazione. Se è vero che esiste uno Shiatsu per il benessere è vero che esiste anche uno Shiatsu per il sollievo. Il benessere è a portata di mano per molti ma il sollievo, invece, potrebbe essere una condizione molto difficile da raggiungere per altre, da sempre impegnate in un difficile percorso di disagio che possa essere fisico, sociale, umano. Ecco dunque uno Shiatsu che ascolta, non che ricerca, che si adegua, non che vuole imporre cambiamento, che percepisce il senso del proprio tocco.

Attraverso la tua vita di praticante Shiatsu vediamo quanto la dimensione sociale e umanitaria sia molto presente in te e devo dire che lo trovo magnifico. Oggi fai seminari specifici su “Shiatsu in un contesto di grave disagio sociale”. Mi puoi dire in poche righe di cosa si tratta?

Sembrerà strano ma i seminari che organizzo al di fuori dell’ambito della formazione vertono principalmente non sull’insegnamento di nuove tecniche, cosa in cui, peraltro moltissimi colleghi sono ben più competenti di me,  piuttosto sulla crescita personale attraverso la pratica dello Shiatsu. ti riporto il commento di una operatrice di Roma che mi sembra essere il più rappresentativo. Diceva: ”Ho seguito molti seminari e molti maestri molto bravi ma questo seminario è l’unico che mi ha ricondotta a me stessa”.   

Non esiste un modo di praticare Shiatsu in ambito di grave disagio sociale che non sia quello che già facciamo tutti i giorni. Nei miei seminari, dunque, non propongo strategie nuove o addirittura “miracolose”. L’essenza sta nel ricondurci a noi stessi. Dunque un percorso verso l’ aumento della propria consapevolezza che permetta di utilizzare la tecnica già posseduta per riconoscerci lì, insieme all’altro, accomunati da un desiderio di condividere emozioni, stati d’animo, sofferenze, ma anche momenti di sollievo. Un processo alla riscoperta di ciò che già sappiamo fare, quindi, ma con una attenzione maggiore per riconoscere la morbidezza nelle nostre mani che permette di accogliere, comunicare con l’altro. Un processo che ci ricordi sempre di non imporre ma ascoltare. Di non volere, ma di volare insieme all’altro, riconoscendolo come parte complementare di noi. E’ necessaria, dunque, una crescita interiore che ci permetta di percepire, in ogni momento della relazione, che il momento più importante di un trattamento Shiatsu è quello che stai vivendo in quell’esatto momento. Attenzione al respiro, all’allentamento delle tensioni muscolari, a sentire quel peso che si appoggia sul corpo dell’altra persona e ne entra in profondità. Profondità nei tessuti, nelle fasce, ma anche profondità di sentimento, di relazione.

Il tutto passa anche attraverso la proposta di meditazioni e, a seconda del contesto, recitazione di Mantra. 

Lezione di shiatsu nella sede del gruppo “Integracion Armonica” all’Avana

A che punto della tua vita ti sei detto che oltre allo Shiatsu avresti realizzato anche dei tatami da massaggio e li avresti venduti?

Da oltre quindici anni produco questi tatami trasportabili [vi]. Li produco tutti uno per uno, in un piccolo laboratorio che ho sotto casa. Ho iniziato perché avevo notato l’esigenza sia degli allievi che quella degli operatori professionali, cioè quella di avere una postazione di lavoro che si potesse trasportare comodamente, leggera, comoda e molto morbida per le ginocchia. Ho testato tanti materiali finchè ho trovato quelli che uso attualmente che sono di qualità tecnica altissima. Grazie al fatto che io stesso praticavo tutti  sopra questi tatami tutti i giorni ho potuto progettare misure specifiche, e testare le qualità necessarie per avere un prodotto al top di gamma. Da oltre quindici anni ne produco almeno 250 all’anno e li spedisco oltre che in tutta Italia anche in gran parte dell’ Europa. Sono presenti miei tatami anche a Cuba, in Messico, in Martinica, Brasile e altre parti del mondo. Sono riuscito a realizzare questi tatami perché di mestiere facevo il calzolaio, avevo dimestichezza nel cucire a macchina e ho tutt’ora diverse macchine da cucire. Sapere che anche attraverso l’utilizzo dei miei tatami ho dato la possibilità di praticare comodamente a migliaia di persone mi riempie di gioia e mi fa sentire anche in parte protagonista riguardo la diffusione della pratica dello Shiatsu nel mondo. E’ una bella sensazione.   

Quando ho lanciato la piattaforma MSH, sei stato uno dei primi a contattarmi spontaneamente per offrirmi donazioni della tua attrezzatura. Grazie mille per la tua generosità! Vorrei concludere questa intervista con un tuo messaggio, indirizzato direttamente alla comunità Shiatsu che ti leggerà in francese e in inglese. (Sentiti libero di parlare di quello che vuoi)

Sono io che ringrazio te. Quando ho visto il lavoro che facevate mi sono sentito partecipe e so che posso aiutare delle persone che mettono il Cuore in quello che fanno a rendere la loro pratica più agevole, più comoda. Sembrerà strano ma quando sento che posso aiutare delle persone a svolgere il loro lavoro meglio mi sento felice. Ho sperimentato quanto sia faticoso praticare Shiatsu in condizioni estreme e in questo modo mi sembra che anche una piccola parte di me sia all’interno di quel trattamento che voi dispensate alle persone nei vostri progetti. 

Bernardo che scrive

Posso concludere con alcune frasi tratte dal mio prossimo libro: 

Nella mia vita ho praticato assieme a monaci buddisti, parroci, laici. Ho fatto trattamenti a uomini che avevano tolto la vita a propri simili, a truffatori, ladri, imbroglioni, prostitute. Ho fatto trattamenti Shiatsu a persone illuminate ma anche persone normali, quelle di tutti i giorni. Eppure… ogni volta che ho appoggiato le mani su ognuno non ho mai percepito nessuna differenza nella loro vitalità, nel loro spirito profondo, quella “cosa”, cioè, che permea l’anima ancestrale delle persone e che le rende, comunque, costituite della stessa essenza che compone ogni essere vivente.

Ad ogni persona batte il cuore che ha in petto, ad ogni persona scorrono sangue e Qi, concetto fondamentale per la cultura cinese, all’interno del corpo. Ogni persona prova sentimenti. Tutti, nessuno escluso, nutrono amore per qualcuno.

La razza umana ha un bisogno immenso di amore per affrontare il proprio cammino verso una illuminazione, superare l’odio. Sentimenti nobili ma semplici che molte volte si esprimono attraverso azioni gentili. “La mia religione è una sola: gentilezza” ha insegnato S.S. il XIV Dalai Lama. Gesta ricche di intenzione e di attenzione, che generano riconoscenza, gratitudine. Riconoscenza è atto di amore.

Grazie mille per la tua testimonianza, è una fortuna incontrare una persona come te.

Con piacere


Autore : Ivan Bel

Aiuto: Stefano Realis e Nathalie Durand


I libri catalogati di Roberto Corvi:

  • Altri amici, un piccolo diario di esperienze Shiatsu in psichiatria e in prigione ; (éd. Académie italienne Shiatsu Do),
  • Gli angeli dello Shiatsu ; éd. DB communication, 2013
  • Incontrare il Tao a La Havana e altrove ; éd. DB communication
  • Non sei solo… La pratica dello Shiatsu in ambito sociale ; éd. Mowie & Web

Note:

  • [i] Rodolfo Palombini (Rudy 1930 – 1994) ha introdotto lo Shiatsu in Italia. Fondatore della Scuola Italiana di Shiatsu – S.I.S. (1979), esperto in massoterapia, ha ottenuto nel 1964 il primo diploma europeo di Shiatsu-terapista presso la Nippon Shiatsu School (oggi Japan Shiatsu College) allora diretta dal Maestro Tokujiro Namikoshi. R. Palombini ha approfondito i suoi studi sullo Shiatsu Namikoshi introducendolo nella terapia riabilitativa e nella traumatologia sportiva. L’esperienza acquisita negli anni, gli anni di appunti, prove e ricerche hanno portato alla naturale evoluzione dello Shiatsu Namikoshi nel metodo Palombini, un’attenta codificazione di un sistema adattato alle esigenze del mondo occidentale.
  • [ii] Nel 1994, il figlio di Rudy, Fulvio Palombini (nato nel 1955), reumatologo e professore di fisioterapia all’Università di Roma “La Sapienza”, prese in mano la scuola. Fulvio Palombini, fedele alla sua formazione di medico, nel rispetto della sua attività professionale, la riabilitazione motoria, lavora affinché il mondo scientifico rivolga il suo sguardo verso lo Shiatsu di Namikoshi, per valutarne l’efficacia attraverso la sperimentazione.
  • [iii] Mario Vatrini è morto nel 2007. Esiste solo un libro in circolazione, scritto nel 1998, intitolato “Strategie di Shiatsu”. Bernardo mi dice: “Ho una versione pubblicata da Curcu e Genovese editore 2004. Nella breve didascalia sul retro della copertina si legge semplicemente: “Mario Vatrini, allievo diretto dei Maestri Yahiro e Masunaga, pratica lo Shiatsu dal 1975 e si è diplomato allo stile Iokai di Tokyo nel 1977. Ha una scuola di Shiatsu “Majinai”. È noto per la sua competenza.
  • [iv] Nel 1992-93 Mario Vatrini trascorse alcuni mesi in Brasile per sperimentare personalmente le condizioni di trance degli Umbanda, culti sincretici nati dal contatto tra religioni tradizionali africane e cristianesimo, vicini ai Cadomblé originari di Rio de Janeiro. Questo soggiorno lo ha portato a conoscere e approfondire il rapporto di amicizia e collaborazione con Donna Vittoria Garofalo, figlia di immigrati italiani e fondatrice del progetto Fly (Felipe de Lyon) con sede a Planaltina de Goyas, che si propone di fornire istruzione e un pasto caldo ai bambini del posto.
  • [v] Per saperne di più su questa missione a Cuba, leggi questo articolo in italiano. Di Francisco Contino, ecco cosa dice di lui Bernardo Corvi: “Ho scritto il libro “Incontro con il Tao…” con Francisco. Nella sua presentazione del libro, dice: “FRANCESCO CONTINO. Quando, per qualche motivo, ha dovuto scrivere il suo curriculum vitae, Francisco si è reso conto che durante tutta la sua vita è arrivato tardi alle decisioni importanti; la classica persona che capisce ciò che gli interessa veramente solo dopo aver sprecato anni a fare ciò che non gli interessa veramente. Si potrebbe dire che soffriva di uno sfasamento cronico del tempo. Questo si può dire dei suoi studi universitari, del suo lavoro come impiegato e poi come insegnante, e così via con tutte le altre tappe importanti della sua vita. Un tratto che si è ripetuto per i suoi due più grandi amori, lo Shiatsu Do e soprattutto sua figlia Annabella. Il lato positivo era che frequentare persone più intelligenti e giovani lo faceva sentire più giovane della sua età: il lato negativo era che soffriva di un senso di disagio per essere così in ritardo nel prendere piede. Un giorno, ovviamente in ritardo e ovviamente a Cuba, si è imbattuto nelle 4 leggi della spiritualità di SAI BABA, in particolare la terza: QUEL MOMENTO CHE INIZIA È IL MOMENTO GIUSTO. Così ora, quando deve compilare il suo curriculum vitae, scrive semplicemente: Francisco ha saputo prendere tutte le decisioni importanti della sua vita al momento giusto.
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Ivan Bel

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