Tenuto conto dei molteplici discorsi che si sentono oggi nel mondo Shiatsu, fra l’altro in numerose Lingue, sarebbe utile ricordare che cosa sembra non essere evidente a tutti. Prima di tutto lo Shiatsu è un’arte terapeutica. Ecco il perchè.
Quando si studia una tecnica o un’arte, di solito si studia prima di tutto la sua storia. Eppure dobbiamo ammettere che quest’approcio è drammaticamente carente nello Shiatsu. La maggior parte delle volte sentiamo stralci di storia nelle scuole, spesso finalizzati ad orientare gli studenti nel modo di concepire e praticare lo Shiatsu. Approccio ben lontano da quello fattuale frutto di un lavoro di ricostruzione storica vera e propria da parte di storici, di cui, per ora, non c’è traccia o quasi.Fra l’altro è abbastanza sorprendente che non siano stati i giapponesi a realizzare questo lavoro. Tuttavia, abbiamo ancora a disposizione i libri. I primi libri scritti in Giappone sullo Shiatsu hanno tutti, come si deve, un titolo. E questi titoli sono decisamente a rivelatori.
Breve panoramica delle prime pubblicazioni giapponesi
Prendiamo il primissimo libro di colui che ha inventato il nome “Shiatsu”, Tenpeki Tamai. Il titolo di copertina è “Shiatsu ho” (1919) traducibile in “Metodo Shiatsu” che rimane cautamente neutrale. Ma quando apriamo il libro, sulla terza pagina scopriamo un altro titolo “Ryoho Shiatsu”, che in italiano e secondo Akinobu Kishi significa “terapia Shiatsu” o “Shiatsu terapeutico”[i].
Il che significa che l’inventore dello Shiatsu fin dagli albori ha proposto il suo approccio intendendo lo Shiatsu come terapia in quanto tale.
Come ormai sappiamo, lo Shiatsu è nato in contemporanea da diversi approcci e personalità. Per questo vediamo alcuni titoli di altri autori:
- “Seitai and shiatsu therapy”, di K. Hirata
- “Shiatsu therapy and Physiology” di K. Kuriyama e T. Namikoshi (1934, revisionato nel 1954), Tokyo: Keibundo-shoten
- “Shiatsu therapy Collection”, di T. Ogawa (1957), Tokyo: Ido no Nihonsha
- “Anpuku zukai and Shiatsu therapy”, di T. Izawa (1964)
- “Clinical practice of Shiatsu”, di H. Yamaguchi, F. Kato sotto la direzione di S. Masunaga (1965) Tokyo: Daiichi-shuppan
- “Principles of Shiatsu therapy”, di F. Kato e S. Masunaga (1968), Tokyo: Daiichi-shuppan
Naturalmente, ci sono stati altri libri che hanno contribuito a diffondere la conoscenza dello Shiatsu – Namikoshi e Masunaga in primis – e anche se siamo ben lontani dall’avere tutte le traduzioni in francese o inglese, tuttavia questo elenco ha il merito di fare chiarezza.
In tutti i casi lo Shiatsu viene infatti presentato e affermato come una terapia. Pertanto, non sorprende che nel 1964 lo Shiatsu sia stato pienamente riconosciuto dal Ministero della Salute giapponese come disciplina medica a pieno titolo. Ma in Occidente?
Evoluzione dello Shiatsu in Occidente
Finora in Occidente questa visione dello Shiatsu fatica ancora ad esprimersi e affermarsi, anche tra gli insegnanti, e il termine “tecnica del benessere” è solitamente il più usato per lo Shiatsu. Come mai? La risposta è semplicemente logica. I pionieri che hanno portato lo Shiatsu in Occidente, che fossero giapponesi od occidentali, erano tutti giovani (o quasi) [ii]. I primi giapponesi che hanno diffuso lo Shiatsu nel mondo erano giovani (di età) e hanno dovuto aspettare anni per maturare la loro tecnica.
Quanto agli occidentali, erano acerbi, ma nella conoscenza tecnica [ii]. In effetti, la maggior parte di loro ha scoperto lo Shiatsu in modo non organico (puntuale), durante soggiorni sempre troppo brevi per comprenderne la vastità (anche il sottotesto/contesto culturale) e le finezze. Se prendiamo gli studenti occidentali che hanno conosciuto Masunaga, sappiamo che nessuno di loro ha impiegato il tempo necessario per completare la formazione, vale a dire almeno 3 anni. Ancora meglio 10 anni, come è stato il caso delle uniche due persone che hanno raggiunto questa impresa epica (almeno per quanto ne so) Sasaki e Kishi. E comunque erano Giapponesi.
Il secondo motivo di questo divario tra Giappone e Occidente è che non si tratta di una tecnica insita nella nostra cultura. Se lo Shiatsu fosse stato inventato da un medico inglese, francese o tedesco e riconosciuto dal nostro sistema medico, la tecnica sarebbe stata accettata molto tempo fa. Ma l’integrazione di un sistema di pensiero e concezione del corpo con una visione asiatica richiede tempo, perché necessita di un completo cambiamento di visione. Pertanto, per i pionieri dello Shiatsu era molto più semplice parlare di una tecnica di massaggio per il benessere. In Giappone nessuno parla di massaggio. Questa parola non viene mai usata nello Shiatsu (a meno che non ci siano influenze occidentali). È una tecnica di pressione delle dita, un tocco con virtù terapeutiche. Ma questa formulazione non è ancora ben accolta dalle nostre autorità sanitarie. Nel 2015, quando la Shiatsu Professional Union (SPS) ha ottenuto il riconoscimento del titolo di “specialista Shiatsu” da parte delle autorità francesi, si trattava ancora di un riconoscimento in formato “benessere”. Comunque è pur sempre un inizio.
Ma cosa significa terapeutico?
Torniamo all’argomento di questo articolo che cerca di capire se lo Shiatsu è un’arte terapeutica. Dal momento che diverse correnti di Shiatsu sono nate in Giappone negli anni ’50 e ’60, possiamo affermare che sia lo Shiatsu di Namikoshi, Iokai o Koho fosse terapeutico? Ogni branca dello Shiatsu ha la propria storia. Ognuno potrebbe dire “certo il nostro lo è”, sottintendendo che gli altri approcci non lo siano. Ma se ci riferiamo alla pratica clinica, tutti questi approcci originali sono ampiamente in grado di definirsi Shiatsu terapeutico e di alleviare il dolore e altri disturbi, come ben dimostrato anche dagli studi attuali.
Esaminiano innanzittutto il significato della parola. Deriva dall’antico greco θεραπευτικός (therapeutikós) che significa prima di tutto “attento, che porta aiuto” e per estensione “che si prende cura di” e quindi “relativo alla cura che si presta”. Questa parola stessa è un derivato di “therapeuian” “prendersi cura di o servire (Dio in questo caso)” e poi più tardi “prendersi cura di una persona malata”. Ancora prima il significato era di origine militare e servile e significava “essere il servitore di un guerriero”, lo scudiero che si fa chiamare “therapôn”. Il terapeuta è prima di tutto un servitore che adora, che è al servizio di una divinità o di un ideale più grande di lui. Inoltre, il termine greco “therapeutȇs” era usato per descrivere gli asceti ebrei che vivevano vicino ad Alessandria.
Nel senso originario del termine, chiunque si prenda cura e serva un ideale più grande è un terapeuta, ed è ciò che fanno i praticanti di Shiatsu. Quindi non ci sarebbe bisogno di discutere sul significato di questo termine, perché tutti gli shiatsuki sono di base al servizio del miglioramento della condizione di qualcuno e del suo benessere. Benessere che non dovrebbe essere una parola connotata negativamente poiché è comunque il primo passo verso la salute. E giustamente questo è uno dei grandi punti di forza dello Shiatsu: mantenere una persona in una condizione di benessere e risolvere gli squilibri ben prima che diventino sintomi e dolori.
La seconda evoluzione della parola terapeutico è di gran lunga successiva (a quella greca) e risale al XVII secolo. Il termine designava quella branca della medicina che studiava e poi applicava gli strumenti per curare una malattia. Dal XIX secolo, questo diventa per estensione l’insieme dei mezzi di trattamento (terapeutico) utilizzato per casi particolari e così viene definitivamente riconosciuto (anche dalla legislazione) nell’ambito della Medicina Occidentale. Per quanto ne sappiamo, la visione occidentale della medicina non è l’unica operante in tutto il mondo. La medicina sciamanica, quella ayurvedica, la medicina dell’Estremo Oriente per non dire la Medicina Cinese, sono oggigiorno campi ben delineati e riconosciuti per le loro capacità di trattare e guarire realmente casi particolari, e generalmente senza effetti collaterali.
Perciò se il 2019 segna il riconoscimento ufficiale della medicina cinese da parte dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), lo Shiatsu può quindi – basandosi sulla medicina dell’Estremo Oriente da cui deriva- rivendicare anche il proprio ruolo terapeutico, ruolo che gli è stato attribuito fin dalla sua creazione.
Una sorprendente evoluzione verso la maturità
Se in Occidente lo Shiatsu veniva prima prima di tutto considerato una cosiddetta tecnica di benessere, oggi sta maturando e si sta diffondendo nel campo della salute complementare come terapia consigliata e raccomandabile. Il suo sviluppo negli ultimi 10 anni è stato quasi straordinario. In 10 anni (20 anni secondo i dati più vecchi) lo Shiatsu:
- Ha moltiplicato gli approcci corporei ed energetici, pur mantenendo i suoi principi di base
- Si è diffuso a livello mondiale dall’Africa alla Russia, dall’Asia all’Europa e all’America
- Si è dotato in Europa due federazioni europee (ESF e ISN)
- Ha ottenuto un riconoscimento ufficiale in un numero crescente di paesi (Francia, Svizzera …)
- Ha organizzato un vertice europeo che si tiene ogni 3-4 anni (European Shiatsu Congress)
- Ha ideato un organismo europeo che stimola la ricerca scientifica nel suo campo (Shiatsu Research Network)
- Ha permesso che nascessero almeno due ONG francofone (AIST e MSH) per praticare e insegnare nei continenti del Sud
- Ha visto aumentare il riconoscimento e il sostegno da parte del mondo medico anche nella pratica in un numero crescente di ospedali
- Ha incrementato la pubblicazione di articoli scientifici [iii]
Rispetto a quest’ultimo punto, è interessante dare un’occhiata ai siti web che pubblicano articoli scientifici. Finora, gli articoli scientifici sullo Shiatsu si potevano contare sulla punta delle dita. Ma da 3 o 4 anni a questa parte, il numero di pubblicazioni è in continuo aumento. Citati dal sito Science Direct, ci sono 18 articoli di ricerca sullo Shiatsu nel 2017, il totale aumenta a 29 articoli nel 2018. Per quest’anno 2019 (siamo all’inizio di giugno al momento della pubblicazione di questo post, quindi appena a metà anno) già 18 articoli, il che fa presagire un minimo di più di trenta articoli scientifici entro la fine dell’anno. Siamo certi che andrà in crescendo. E i giapponesi non sono indietro su questo argomento: per ottenere il riconoscimento ufficiale della tecnica, infatti, studi scientifici supervisionati da ricercatori medici sono stati effettuati già alla fine degli anni ’50. Oggi è diventata una prassi consolidata e ogni anno tutte le principali scuole di Shiatsu si incontrano e confrontano i loro risultati scientifici. L’unico problema per gli europei è che solo la Namikoshi School (Japan Shiatsu College) si è sforzata di tradurre una raccolta di 10 anni di ricerca in inglese. La stragrande maggioranza degli articoli scientifici e persino dei libri non vengono tradotti.
È facile capire che lo Shiatsu stia maturando, così come la dimostrazione dei suoi effetti.
Naturalmente, c’è ancora molto lavoro da fare e possiamo facilmente citare diverse aree che devono ancora essere sviluppate:
1. L’istituzione di una fondazione internazionale per promuovere e supportare lo Shiatsu nei campi della ricerca, per identificare le diverse tendenze dello Shiatsu, per creare un database di tecniche, trattamenti e così via in tutto il mondo.
2. La capacità di tradurre dal giapponese all’inglese o al francese, e viceversa, per avere accesso a più letteratura (che ne direste di una casa editrice dedicata?)
3. Strumenti per supportare i professionisti nella loro pratica (Tsubook lavora duramente da anni per soddisfare le loro esigenze e questo strumento multilingue è destinato a crescere in capacità). Dovrebbero esserci anche strumenti per aiutare i professionisti nella gestione dei loro clienti, contabilità, ecc.
4. La creazione di un’interfaccia tra giapponesi e occidentali per scambiare conoscenze ed evoluzioni
5. Riconoscimento europeo dello Shiatsu come terapia complementare come lo sono la Fisioterapia o l’Osteopatia.
E tante altre cose devono ancora essere fatte. Rimbocchiamoci le maniche e portiamo lo Shiatsu più avanti.
Capacità di fare trattamenti sia generali che specifici
Grazie a tutti gli argomenti citati nel paragrafo precedente, è chiaro che lo Shiatsu non sia solo un’arte manuale, un po’ amatoriale come poteva essere ai suoi inizi, ma una tecnica in grado di superare di diritto il corso di terapia riconosciuta a tutti gli effetti. Ha già il sostegno del grande pubblico, del mondo paramedico, degli ospedali; ci manca il sostegno delle autorità. Sta progredendo rapidamente e il mix tra l’approccio scientifico europeo e il pensiero olistico orientale sta davvero facendo scintille.
Ciò che colpisce nello Shiatsu è il suo campo d’azione. Olistico per natura, è in grado di lavorare sulle parti meccaniche, fisiologiche, energetiche, psicologiche o emozionali di una persona. Quindi, è un approccio ampio che lascia spazio a molte pratiche… a patto di saperlo fare e rispettare almeno una regola enunciata da Shizuto Masunaga.
Nelle parole stesse di Masunaga, lo Shiatsu deve essere globale per toccare la particolarità. Ma se è fin dall’inizio troppo preciso, non inciderà sul tutto. È proprio il mix dei due la particolarità dello Shiatsu, che differisce in questo dall’agopuntura, ad esempio.
Quindi lo Shiatsu resta olistico nel suo approccio ed evita di cadere nella digitopressione. Ma in una seduta globale, nulla impedisce al praticante di inserire punti ed effetti specifici per ottenere un trattamento più accurato. Forse è qui che si possono distinguere due grandi livelli nell’arte terapeutica.
Il primo consiste nel trattare tutto il corpo, tutti i suoi meridiani per preservare l’omeostasi dei sistemi principali (nervoso, muscolare, sanguigno… ecc.). Potremmo parlare qui di bilanciamento o armonizzazione delle strutture meccaniche ed energetiche. Il secondo livello è in grado di correggere gli squilibri e trattare sia i sintomi che la loro origine. Questo livello richiede una formazione più ampia che coinvolge la medicina dell’Estremo Oriente (non importa se la chiamiamo Cinese, Giapponese o altro) e consente di fare scelte di trattamento molto precise grazie a un’enorme letteratura su questo argomento che offre grandi possibilità di studio.
La mania per quest’ultimo livello è attualmente come un’ondata nel mondo dello Shiatsu, poiché risponde non solo allo sviluppo sempre più avanzato dello Shiatsu come abbiamo visto, ma anche alla richiesta dei professionisti che intendono essere più efficaci nel trattare le persone.
Nei paesi francofoni, l’Unione Francofona dei Professionisti dello Shiatsu Terapeutico (UFSPT) non si è sbagliato e offre a tutti gli stili di Shiatsu di aumentare la loro forza e accedere a questa capacità di trattamento senza rinnegare se stessi.
Speriamo che i nostri colleghi Inglesi, Tedeschi, Italiani o altri sviluppino tali unioni per aumentare il livello di competenza in tutta Europa.
In conclusione
Lo Shiatsu è stato fin dall’inizio pensato e riconosciuto in Giappone come un’arte terapeutica, ma ora questa terapia raggiunge diversi livelli. Lo Shiatsu del benessere è una possibilità di lavorare in ambito preventivo. Lo Shiatsu sostenuto dalla medicina orientale come un’opportunità per realizzare trattamenti più specifici. Il discorso che cerca di separare lo Shiatsu del benessere dallo Shiatsu terapeutico è quindi infondato, non ha senso. I due livelli sono complementari e si supportano reciprocamente, come il principio Yin/Yang che tanto amiamo. È chiaro che se puoi spostare le montagne puoi spostare le talpe, ma non viceversa. Quindi, torniamo a scuola, riapriamo i libri e tutti insieme promuoviamo uno Shiatsu che possa agire su tutti i livelli.
Notes
[i] Tutti i titoli dei libri citati provengono dal libro di Akinobu Kishi “Seiki, la vita in risonanza, l’arte segreta dello Shiatsu”.
[ii] Sembra che il primo occidentale formatosi nello Shiatsu sia stato un medico italiano, il che spiega perché lo Shiatsu sia estremamente sviluppato in questo paese.
[iii] Colgo l’occasione per salutare due grandi ricercatori in ambito Shiatsu, la canadese Leisa Bellmore e l’ispano-inglese Fernando Cabo, che svolgono entrambi un ottimo lavoro.
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