Se seguite questo blog, penserete che sia la stagione letteraria dello Shiatsu, perché stanno uscendo molti libri e noi pubblichiamo regolarmente i risultati delle nostre letture. Ma sappiate che in redazione facciamo una cernita dei libri che ci entusiasmano davvero. E del libro di oggi, “Le Shiatsu – Un art japonais”, possiamo dire solo una cosa: ECCEZIONALE!
Andiamo in Belgio per la prima pubblicazione di Stéphane Cuypers, un professionista che ho avuto la fortuna di incontrare più volte a Bruxelles. Il libro che propone è di una rara profondità per quanto riguarda la nostra disciplina. In “Le Shiatsu – Un art japonais”, edito dalla Renard Blanc, troviamo 10 capitoli che parlano di molti argomenti già relativamente noti, ma sempre con uno sguardo nuovo, curioso, ben documentato e a volte un po’ intrigante, occorre dire. Inizia molto bene con un capitolo che mi è piaciuto molto sulla storia dello Shiatsu. Stéphane è un membro abituale del gruppo “History of Shiatsu”, ma porta nuove informazioni che mi daranno da pensare per i prossimi mesi. Questa è la prima bella sorpresa di questo libro. E tutto il resto a seguire. Con una ricerca approfondita del significato dei kanji che vengono frequentemente usati in modo non corretto, storie/testimonianze dalla pratica o anche un modo di vedere lo Shiatsu “alla giapponese”, è un vero piacere dall’inizio alla fine. Il contenuto si divora in pochi giorni e se ne esce soddisfatti, sorridenti e pieni di riflessioni stimolanti. Il suo obiettivo, come l’autore dice più volte, non è quello di “parlare” ma di “raccontare”, e poi sta a ciascuno farsi la propria opinione. Qui la scelta dell’autore – fin dal suo titolo – è quella di cercare di riportare lo Shiatsu alla sua cultura e alla sua essenza giapponese. E non si può che constatare che ciò è stato egregiamente portato a termine. Dopodiché, spetta a ciascuno farsi una propria opinione sull’argomento.
L’oggetto libro
Per una volta vale la pena parlare dell’oggetto libro, perché ha la sua importanza. Innanzitutto per la sua forma. È stampato su una carta non plastificata molto gradevole, quindi un po’ fragile, e agli amanti dei libri piacerà toccare la copertina leggermente texturizzata. All’interno, i capitoli sono splendidamente separati da una doppia pagina a colori che sono come piccole poesie visive che inducono a fare una pausa, a ricentrarsi e, perché no, a “svuotare i pensieri” per iniziare meglio il capitolo successivo. Fate questa esperienza di respirare, guardare, prendere tempo ogni volta che vedete questa doppia pagina. In questo modo, il libro diventa sia una lettura che un respiro alternato (vuoto, pieno, vuoto, pieno). Un’idea molto bella.
Ma è l’organizzazione interna dei capitoli che dimostra che l’autore si è preso il tempo di pensare alla struttura, al percorso e al significato del suo libro. Tutto parte dal quadrato magico orientale a nove unità, che è uno degli insegnamenti avanzati della scuola Yoseido Shiatsu di Yuichi Kawada. Di numero in numero, di capitolo in capitolo, troviamo l’alternanza Yin/Yang, ma anche l’idea che ciò che sembra ovvio non lo è, che ciò che si afferma in un dato momento continua a evolversi e che infine nulla è mai definitivo. Tutto non è che un persorso. Nel decimo capitolo, l’autore spiega un po’ il quadrato magico, ma – e questa è l’unica critica che gli si può muovere – ci piacerebbe tanto vederlo sviluppato in modo più approfondito. A parte questo, il resto è di livello molto alto, allo stesso tempo facile da leggere e davvero ben scritto. Direi che è scritto con una scelta accurata del tono e delle parole. E per coloro che sanno leggere tra le righe, ci sono molti messaggi nascosti qua e là. Si può parlare di una lettura a più livelli, e questo è un bene, perché non è una cosa frequente.
Un libro, tante storie
Dietro la genesi di un libro, c’è sempre non una sola ispirazione, ma tante storie intrecciate. Innanzitutto, c’è la storia personale dell’autore, che non ho bisogno di raccontare perché lo fa lui stesso nel capitolo 6. C’è anche un magnifico passaggio dedicato alle storie di tatami o di studi Shiatsu, che dir si voglia. È delizioso, soprattutto perché non si cade mai nel pathos e anche le testimonianze più difficili sono qui evocate con leggerezza, o meglio, con una certa grazia che permette di leggere tutto, di ascoltare tutto, e di imparare sempre un po’. Inoltre, il libro solleva molte domande, a cominciare da: “E poi, cosa è successo dopo? Raccontaci…” Questa sarà l’occasione per andare a chiederglielo di persona.
Ma visto che l’autore parla molto di sé, dirò invece due parole su altre due persone che hanno collaborato a questo libro. Innanzitutto Fabian Bastianelli, operatore e insegnante di Shiatsu, esperto di meditazione e conoscitore appassionato delle api. È il fondatore di questa nuova casa editrice Renard Blanc e gli faccio i miei migliori auguri per questa nuova avventura. Per quanto riguarda la superba grafica del libro, è opera del talentuoso Nicolas Poloczeck, che è peraltro il grafico del blog che state visitando. Anche lui praticante e insegnante di Shiatsu, il quale ha un talento incredibile in un campo che spesso sottovaluto (il gusto della bellezza e dell’uso dei colori) e ogni volta che offre il suo contributo in qualcosa, il risultato è subito evidente. Complimenti a lui, perché questo è il più bel libro di Shiatsu che abbia mai tenuto tra le mani.
Riflessioni
Per tutti i motivi già citati, non posso che suggerire di procurarvi questo libro, che è davvero un piacere per le mani, gli occhi e lo spirito. Non dirò di più sul suo contenuto per non rovinarvi il piacere della lettura.
A livello personale, sono felice di vedere questo libro e altri abbastanza recenti che non gravitano sulla tecnica Shiatsu, ma si dedicano ad una riflessione sulla nostra arte, manuale, asiatica, terapeutica, che è una via di progresso individuale, come Stéphane Cuypers spiega molto bene in questo libro. Per molto tempo abbiamo avuto libri con foto tecniche, poi atlanti, poi delle “guide complete allo Shiatsu” di questa o quella scuola. Ma un nuovo e felicissimo fenomeno si conferma con libri che portano luce, riflessione e punti di vista sullo Shiatsu. È la prova che siamo lentamente entrati nell’età della maturità della nostra arte (dopo oltre 50 anni di presenza dello Shiatsu in Europa) e che possiamo, senza falsa modestia, come occidentali, portare uno sguardo introspettivo sulla pratica, la storia, i principi, le esperienze, molto più che sulla tecnica. Ma non dovrebbero esistere solo libri di questa tipologia, perché anche gli altri sono utili – anche se forse necessitano di periodici aggiornamenti – man mano che si progredisce nella conoscenza e nella comprensione dello Shiatsu. Ma quando un’opera è scritta in modo chiaro, dove si sente la ricerca, lo studio, la comprensione profonda della materia, e quando contiene un messaggio che apporta sia un differente punto di vista sia il rispetto per tutti gli approcci esistenti allo Shiatsu, allora non c’è motivo di rinunciare al nostro piacere. E questo è il caso di questo libro, che sarà senza dubbio uno dei testi importanti della nostra biblioteca professionale.
“Le Shiatsu – Un art japonais”, 2022, Stéphane Cuypers, edizione in Francese della Renard Blanc (questo libro non è distribuito sulle piattaforme di librerie online, qui per ordinarlo sul sito dell’autore qui per ordinarlo sul sito dell’autore).
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